I ritardi di consegna dei banchi monoposto ordinati dal commissario straordinario Domenico Arcuri stanno mettendo in crisi la stragrande maggioranza delle scuole pubbliche italiane: quasi tutte le scuole che li avevano chiesti, infatti, avevano calcolato il mantenimento della distanza di sicurezza di almeno un metro proprio sulla base della loro collocazione in aula.
Solo che fino ad oggi le consegne dei banchi hanno riguardato poche migliaia di pezzi, compresi alcuni banchi innovativi con le rotelle, inviati soprattutto in località simbolo dell’apice dei contagi della scorsa primavera, le cosiddette “zone rosse”, come Codogno e Vo’ Euganeo (dove tra l’altro quest’anno il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha deciso di inaugurare l’anno scolastico).
Il problema è che i banchi monoposto da consegnare sono in tutto 2 milioni e 400 mila: la tabella di marcia imposta dallo stesso Arcuri, prevedeva inizialmente la data di scadenza del 7 settembre prossimo, ma dopo l’affidamento della gara più ditte produttrice il limite temporale massimo di consegna è stato spostato a fine ottobre. Fermo restando che le scuole primarie o collocate nelle zone con maggiori contagi avranno la precedenza.
Di fronte alla possibilità di vedersi recapitare i banchi salva spazio anche un mese e mezzo dopo l’inizio delle lezioni, alcuni dirigenti scolastici, assieme agli organi collegiali, non se la sono sentita di attendere gli eventi. Questo, infatti, obbligherebbe gli alunni all’utilizzo permanente della mascherina per tutta la permanenza a scuola, anche in classe, quindi per più ore consecutive (tranne i bambini fino a 6 anni).
In alcuni casi, si arrivati a decidere di tagliare in due parti i banchi biposto. È accaduto prima in un istituto della periferia della Capitale, dove 220 postazioni in questo modo sono state rese sicure e distanziate per gli studenti.
“L’idea è nata dalla disperazione. E abbiamo anche favorito l’economia locale”, hanno spiegato i prof a La Repubblica.
La stessa idea è venuta al dirigente scolastico della scuola media statale “G. B. Basile” di Giugliano, in provincia di Napoli, Giovanni Rispo, che nell’approssimarsi dell’apertura dell’anno scolastico e non avendo ancora a disposizione i banchi dal ministero ha pensato che fosse indispensabile far qualcosa per consentire agli studenti di poter riprendere le lezioni senza problemi di mascherina obbligatoria o ricorrendo a riduzioni di orari o a doppi turni.
Il preside della scuola campana, scrive l’Ansa, ha quindi contattato un falegname e un fabbro della zona e ha chiesto di procedere al taglio dei banchi biposto, con l’installazione di nuovi necessari supporti.
Il costo per ogni banco monoposto, così ricavato, è di circa 16,50 euro, inferiore a quello per l’acquisto dei nuovi banchetti, che molti istituti hanno acquistato, per centinaia di pezzi, con alcune decine di migliaia di euro provenienti dal Decreto Rilancio.
In questo modo non sarà neanche necessario procedere allo smaltimento di quelli biposto, sempre a carico della collettività: in una intervista all’emittente locale Teleclubitalia il dirigente Rispo ha detto di aver “seguito la regole delle 3 R: rifiuto, riciclo e riutilizzo”.
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