Sergio Abrignani, immunologo dell’università Statale di Milano e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l’emergenza Coronavirus, intervenuto oggi ad Agorà su Rai3, in relazione alle riaperture del Paese si mostra ottimista, per via di un monitoraggio continuo che ci permette di intervenire laddove necessario. Dunque, anche quando i contagi dovessero aumentare, ed è probabile che accada, saremo in grado di invertire la rotta e anche di mettere al sicuro i più fragili sui quali nel frattempo stiamo ultimando le vaccinazioni.
Peraltro, restano ancora fuori dalle vaccinazioni 335 mila docenti cui è stato dato lo stop dal Governo e che attendono il proprio turno vaccinale.
“L’obiettivo che si è dato il Governo, immagino, sia di arrivare a una situazione di infettività media e bassissima letalità ed è quello che sappiamo i vaccini fanno – ha spiegato l’esperto – Abbiamo vaccinato già più dell’80% degli ultraottantenni, che ora si contagiano e muoiono meno degli ultrasettantenni. Fra gli operatori sanitari ormai è una curiosità infettarsi e in Rsa non c’è più un focolaio. Ci stiamo prendendo un rischio ad aprire perché la cosa migliore è evitare i contatti umani, il lockdown totale, però questo è impossibile”.
E, ha aggiunto: “Per mitigare il rischio ci sono da un lato le vaccinazioni, che dovrebbero entro fine maggio aver coperto tutti gli ultrasessantenni che sono il 95% circa dei morti, e dall’altro riaperture molto limitate. L’unica situazione di contatto fra esseri umani, infatti, è al bar o al ristorante e si può stare solo all’aperto, cosa che sappiamo riduce enormemente il rischio”.
“Se avremo vaccinato con almeno una dose l’80% dei suscettibili – ha concluso l’esperto – cambia completamente lo scenario”.
Quanto alla “variante indiana” del Coronavirus “dal punto di vista teorico è preoccupante, perché ha una serie di mutazioni per le quali potrebbe sfuggire alle vaccinazioni” oggi disponibili. “Però dall’altra parte sembrerebbe non essere particolarmente diffusiva, lasciando quella inglese come la più diffusiva.
Intanto il Ministero della Salute, proprio seguito della diffusione della variante indiana, ferma chi negli ultimi 14 giorni è stato in India. Lo fa con un’ordinanza accompagnata dal comunicato del ministro Speranza:
I residenti in Italia potranno rientrare con tampone in partenza e all’arrivo e con obbligo di quarantena. Chiunque sia stato in India negli ultimi 14 giorni e si trovi già nel nostro Paese è tenuto a sottoporsi a tampone contattando i dipartimenti di prevenzione. I nostri scienziati sono al lavoro per studiare la nuova variante indiana. Non possiamo abbassare la guardia. Venerdì è stato il giorno record per casi a livello mondiale con 893.000 positivi di cui 346.000 proprio in India.
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