La viceministra dell’Istruzione Anna Ascani (Pd), risultata nelle scorse settimane positiva al Covid-19, ormai guarita da alcuni giorni, in una diretta Fb dice: c’è stata una “importante riunione di maggiorana per capire come gestire la fine di questo anno scolastico e l’inizio del prossimo”.
Sicuramente non sappiamo ancora gli esiti, ma proprio nelle stesse ore, in una nota, la regione Lombardia ha spiegato: “Il piano per la ‘nuova normalità’ a cui lavora Regione Lombardia per la ripartenza dal 4 maggio prevede orari scaglionati per uffici, aziende e anche per scuole e università. “Un esempio della ‘nuova normalità’ saranno le aperture delle attività scaglionate e sull’arco di tutta la settimana per evitare il sovraffollamento dei mezzi pubblici”.
Tuttavia, mentre si fanno i conti dei costi e dei benefici per la ripartenza, si discute sul tracciamento digitale degli spostamenti e dei contatti, attraverso cui si potrebbe intervenire tempestivamente qualora venissero fuori muovi contagiati. C’è i diritto alla privacy per un verso ma anche quello alla salute, ma anche le difficoltà di registrazione e d’uso delle app. Un po’ di confusione, insomma.
Stesso discorso sui tamponi che per alcuni bisogna farli a tappeto ma per altri mirati, mentre la richiesta di nuovi finanziamenti è come il convitato di pietra.
E uguale sbandamento per il test che dovrebbe fornire una sorta di attestato immunitario. Non è attendibile, dice qualche scienziato, lo è, dicono altri, mentre i tecnici del ministero sono cauti, compreso il ministro della Salute Roberto Speranza.
E veniamo alla scuola che subisce, suo malgrado, le ingiurie della prudenza ma anche della incertezza frammista a dubbi, anche perché, se scoppiasse qualche focolaio di contagio in una scuola, è facile immaginare cosa succederebbe, e posto sempre che tutte le mamme fossero disposte a mandare i loro figli in classe senza la certezza assoluta, e legittima, di tornare a riprendersi il bambino a scuola.
Pur tuttavia in Francia si parla di un ritorno sui banche a metà maggio, mentre in Italia Franco Locatelli, dell’Istituto Superiore di Sanità, indica settembre, ma il ministro Azzolina va oltre, annunciando lezioni a distanza anche a settembre malgrado non tutte le scuole siano attrezzate e non tutti gli studenti hanno un pc.
Intanto però aspettiamo, in attesa di capire cosa uscirà dalla riunione degli esperti.Senza contare che aprire fabbriche, uffici e negozi, significa per molte famiglie doversi organizzare a casa con la suocera o coi nonni o con qualcuno a pagamento per badare ai figli.
Nelle università cè chi ha già stabilito esami a distanza e chi invece, prima di decidere, attende di sapere se e come ci si potrà muovere; e nel frattempo ha rinviato esami a giugno e luglio con singolare confusione degli studenti.
Contestualmente Colao e i tecnici del Comitato scientifico ritengono fondamentale la riorganizzazione del trasporto pubblico nel contenimento del virus. Servirebbero più mezzi e una frequenza maggiore, dice, ma al condizionale.
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