Una nostra lettrice ci scrive per raccontarci l’esperienza che sua figlia sta vivendo in merito all’uso degli autobus per recarsi a scuola.
“Le regole sui bus, soprattutto quelli scolastici, notoriamente strapieni – si chiede la nostra lettrice – dovrebbero garantire il distanziamento, le persone dovrebbero sedersi una fila si ed una no, giusto?”
“Se prima gli autobus erano strapieni anche di persone (studenti) in piedi, oltre che di persone sedute – prosegue – mi domando: ma la compagnia di trasporti è stata messa in condizione di raddoppiare le corse, al fine di garantire il giusto distanziamento ed il necessario servizio a lavoratori e studenti?”
“Mia figlia – continua ancora la lettrice – prende il bus per andare e tornare da scuola (Ostuni (Br)-Fasano (Br)-Monopoli (Ba)), con cambio bus a Fasano.
Mia figlia mi ha mostrato anche qualche breve video girato su autobus stracolmi di gente seduta in tutti i posti ed in piedi nel corridoio e mi racconta di autobus stracolmi che a volte scelgono di non fermarsi lasciandoli a terra (a discrezione dell’autista)”.
“Inoltre – si lamenta – non vi è un bus aggiuntivo per garantire la corsa di quello specifico orario (orario legato ad ingresso ed uscita da scuola), semplicemente si deve attendere il bus previsto per la corsa successiva, tutto ciò impedendo loro di arrivare per tempo a scuola o al ritorno a casa, facendo saltare le previste coincidenze e quindi lunghe lunghissime attese per strada alle fermate (ed ancora non piove)”
“La ragazzina – conclude la nostra lettrice – ha 14 anni ma la contraddizione la vede da sola: ‘Mamma a scuola dobbiamo entrare scaglionati, in aula dobbiamo stare distanti e con mascherina, poi sul bus appiccicati come sardine’. Che ottimo esempio di civiltà e coerenza, di rispetto delle regole (a discrezione dell’autista) stiamo dando ai nostri figli”.
La lettrice si interroga anche su cosa abbia impedito alle autorità di governo e a quelle locali di predisporre per tempo un piano serio per il rientro a scuola che tenesse conto anche dei problemi del trasporto.
E siccome il problema che c’è in Puglia è molto diffuso in tutta Italia lo stesso interrogativo ce lo poniamo anche noi.
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