Secondo il report dell’Istituto Superiore della Sanità con la variante inglese abbiamo un indice di trasmissibilità superiore al 40%, a fine marzo la variante inglese è quella prevalente nel nostro Paese, l’86% dei nuovi casi.
Impressionante il numero delle terapie intensive (3.716) come delle ospedalizzazioni (29.331) dati di ieri 30 marzo.
Ci troviamo in una situazione di altissimo allarme pandemico, ieri ci sono stati ben 529 morti per Covid, come se due boeing fossero precipitati con il loro carico di passeggeri nel mezzo dell’oceano Atlantico.
Ieri si sono aperte le scuole a Roma e nel Lazio per due giorni, per poi riaprirle dopo le feste pasquali.
Si apriranno le scuole nelle zone rosse fino alla prima media dopo Pasqua, il 7 di aprile, mentre, sempre dopo Pasqua, si riapriranno tutti gli istituti in zona arancione con le sole scuole secondarie di secondo grado al 50% in presenza e in DDI.
Questo, mentre il Presidente Macron, che ha tenuto aperte le scuole anche con 40.000 positivi al giorno, oggi parla alla Nazione e annuncia la chiusura di alcuni cicli scolastici.
Per un mese ancora si manterrà la attuale bicromia rosso-arancione, togliendo ai Presidenti di Regione le possibili virate in giallo ma anche impedendo di adottare misure più restrittive rispetto a quelle adottate a livello centrale dal Governo.
Intanto, se pur le scuole riapriranno il 7 aprile, nulla è ancora è stato fatto né per la sicurezza delle aule né per i trasporti alla luce di questa variante inglese del Covid 19 molto più aggressiva e che fa aumentare nei soggetti infetti la carica virale a volte anche del 100%.
In pratica studenti e docenti ritorneranno nelle scuole e le raggiungeranno nelle medesime condizioni in cui le frequentavano e le raggiungevano, quando si è deciso da parte del Governo Draghi su input del CTS lo stop della didattica in presenza nelle zone rosse.
Quando le scuole furono chiuse la variante inglese viaggiava al 30% e tale era ancora agli inizi di marzo, al 31 marzo è ormai all’86% e tra breve sarà al 100%.