La prima interrogazione è stata di Gianluca Vacca e altri deputati del M5S dove si mette in evidenza che “i Paesi europei che hanno deciso di mantenere le scuole aperte, sempre nel rispetto dei protocolli sanitari indicati dai diversi Stati, non hanno riscontrato alcun incremento della curva pandemica” e che “secondo il Centro europeo per il controllo delle malattie, l’apertura delle scuole non risulta essere, scientificamente, una misura di contrasto che possa incidere in modo significativo sul controllo della pandemia in corso”.
I deputati del M5S firmatari dell’interrogazione chiedono a Bianchi “quali iniziative intenda porre in essere al fine di garantire la riapertura in sicurezza delle istituzioni scolastiche, con priorità per le scuole dell’infanzia e del primo ciclo, anche al fine di agevolare il recupero della socialità e dell’equilibrio psicofisico, oltre che permettere ai genitori una ripresa dell’attività lavorativa”.
Mi preme anzitutto chiarire come la scuola non si sia mai fermata, anche in condizioni complicate. Per questo, intendo ribadire anche qui la mia gratitudine a tutto il personale scolastico, in particolare a quei docenti che si sono messi al servizio delle nostre studentesse e dei nostri studenti, educandoli al giudizio e alla responsabilità, a partire da coloro che hanno più bisogno di attenzione.
Lo scenario epidemiologico si è modificato rispetto ad un anno fa. Le varianti, la variante inglese ha imposto un sovrappiù di attenzione.
E la nostra decisione, difficile ma responsabile, come lei può ben cogliere, è stata sempre fondata sulle analisi che ci sono state prodotte dal Comitato tecnico scientifico e dall’Istituto Superiore ella Sanità.
Siamo convinti, ne siamo convintissimi, che questa prolungata sospensione dell’attività ha procurato problemi che potranno essere anche duraturi, non bisogna nascondersi, ai nostri ragazzi.
E per questo il Governo ha ribadito, per bocca del suo Presidente, la volontà decisa, decisissima, di ritornare quanto prima in presenza.
Su questo, io stesso ho incontrato il Generale Figliuolo, ho incontrato il Professor Locatelli, nell’ambito del governo c’è un incontro continuo fra i ministri, che ha portato, nello scorso decreto legge Sostegni, a disporre trecento milioni, 335 per l’esattezza, esattamente su questo tema: 150 per quanto riguarda gli interventi di carattere ‘presìdi sanitari’, 150 per quanto riguarda il sostegno dell’attività formativa e 35 milioni posti dalla Ministra Carfagna proprio per strumenti di connessione.
Non soltanto siamo presenti, ma abbiamo chiaro che il nostro obiettivo è riportare tutti gli studenti, tutti i ragazzi, a partire dai bambini e dalle bambine, però tutti, al più presto, come ha detto oggi il nostro Presidente, nelle condizioni di essere presenti.
Ella Bucalo (FdI), nell’interrogazione, cita la ricerca secondo la quale “non risulterebbero evidenze scientifiche in merito ai vantaggi della chiusura delle scuole”.
Secondo il principio di precauzione – prosegue – si dovrebbe anzi prendere in considerazione “la possibilità di mantenere le scuole aperte al fine di contenere i danni, ancora non misurabili scientificamente in tutta la loro portata, che la loro chiusura reca alla salute psicofisica dei ragazzi e delle loro famiglie”.
E conclude chiedendo al Ministro “se non ritenga necessario adottare le iniziative di competenza per riaprire le scuole in sicurezza attraverso il reperimento di ulteriori spazi e l’installazione di adeguati meccanismi di aereazione, nonché in raccordo con l’auspicabile potenziamento della campagna vaccinale”.
I dati del sistema di monitoraggio dei casi Covid-19 in Italia hanno dettato un rafforzamento delle misure di mitigazione su tutto il territorio nazionale per contenere gli effetti della diffusione di nuove varianti mentre parallelamente si procede con le vaccinazioni.
Ciò si riflette nella linea del dPCM del 2 marzo scorso, elaborata anche all’esito del proficuo confronto tra il Governo e le Regioni e trova fondamento, è bene rimarcarlo, nei pareri del Comitato Tecnico Scientifico e nei dati forniti nelle ultime settimane dall’Istituto Superiore di Sanità sulla diffusività delle varianti.
Nondimeno riprendere le attività didattiche in presenza rappresenta un obbiettivo prioritario che il Governo condivide pienamente.
Con il decreto-legge “Sostegni”, abbiamo stanziato, come ricordato, le necessarie risorse – 150 milioni – per l’acquisto di ulteriori dispositivi di protezione e materiali per l’igiene individuale e degli ambienti, per la predisposizione di presidi medico – sanitari di supporto all’attività di somministrazione di test diagnostici alla popolazione scolastica e all’espletamento del contact tracing per il più efficace e tempestivo raccordo con i Dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie locali.
Infine, posso rassicurarla che è costante il monitoraggio della situazione relativa ai contagi e alla diffusione delle varianti del Covid-19 nelle scuole anche al fine di potenziare il piano vaccinale in tutte le realtà territoriali.
Sempre con riferimento al piano vaccinale, grazie ad una norma introdotta nel decreto-legge “Sostegni” – il comma 5 dell’articolo 31 – l’assenza dal lavoro di tutto il personale scolastico per la somministrazione del vaccino è giustificata, non comportando alcuna decurtazione del trattamento economico.
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