Era già successo in Germania, nella regione Nordreno-Vestfalia dove, in meno di una settimana dall’apertura delle scuole (in Germania ogni Land gestisce il sistema di istruzione), ben 12 istituti scolastici sono stati interessati dal contagio e allora hanno dovuto chiudere e lasciare i ragazzi a casa.
Stessa cosa sta avvenendo in Francia dove 22 scuole hanno dovuto chiudere i battenti pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico: i 22 istituti d’istruzione contano un totale di 120-130 classi.
da qui la dichiarazione del ministro francese: “Se si registrano più di tre casi di Covid, è obbligatoria la chiusura della struttura scolastica”.
Sembra tuttavia che, nonostante le difficoltà naturalmente collegate al rischio contagio, per il ministro dell’istruzione Blanquer l’attuale ripresa delle lezioni “faccia a faccia” si sta svolgendo “abbastanza bene”.
“Malgrado i timori l’intera popolazione scolastica è tornata sui banchi e ciò mi soddisfa molto”.
Ora però in Francia si pone il problema degli aiuti di Stato ai genitori dei bambini che saranno costretti a rinunciare ad ore di lavoro, qualora la chiusura dovesse prolungarsi.
E anche su questo punto il ministro ha affermato: “Uno dei miei obiettivi è proprio quello di evitare che le famiglie siano destabilizzate nella loro vita quotidiana”.
Sulle agenzie non si dice se questa repentina apertura e successiva chiusura delle 22 scuole francesi abbia provocato o meno una levata di scudi da parte delle opposizioni, né di reazioni accese o meno da parte dell’opinione; se succedesse in Italia, crediamo si innalzerebbe una tempesta sulla testa del Governo. Speriamo bene.
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