Oggi in Sicilia tutti gli alunni ritornano in classe. Era stata infatti fissata al 24 la data massima di riapertura delle scuole dopo la tornata elettorale e così è avvenuto, anche se qualche istituto attende ancora tempi più certi. Ma sono casi sparuti, per causa di qualche inghippo organizzativo.
Tuttavia, i sindacati della scuola nell’Isola sono particolarmente agguerriti e già si preparano alla battaglia contro il governo che non sembra garantire gli interessi dei prof, a cominciare dal posto di lavoro.
Infatti, secondo i dati forniti dal quotidiano La Sicilia, nell’Isola cala il numero degli alunni del 2,08%: da 717mila524 del 2019/20 a 702mila579 di quest’anno; cala di conseguenza il numero delle classi: da 36mila128 a 35mila865 (-263, pari allo 0,73%). Diminuisce pure il numero degli iscritti ai licei e agli istituti tecnici e professionali di 3.550 unità, cioè da 243mila978 a 240mila428. Di conseguenza si riducono le cattedre di 169 unità: da 59mila821 a 59mila652.
Aumentano però i posti di sostegno, che passano dai 20mila587 del 2019/20 ai 21mila824 di quest’anno. Aumenta pure il personale Ata che dall’anno scorso a quest’anno passa da 20mila385 a 22mila193.
Su questi numeri, sottolineano i sindacati della scuola, bisogna fare i conti e soprattutto con questa altalena di iscrizioni, che va poi a condizionare i posti di lavoro.
In ogni caso, oltre al decremento delle nascite, in Sicilia da qualche tempo si sta assistendo alla ricomparsa del fenomeno dell’emigrazione nel nord e in Europa alla ricerca di quel lavoro che nell’isola pare essere negato e non certo per destino crudele e baro.
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