
Il Parlamento di Bruxelles sta dando vita al piano “ReArm Europe”: si prevede una spesa complessiva che potrebbe arrivare a 800 miliardi di euro, che corrisponde alla spesa militare annuale degli Stati Uniti, di gran lunga la più grande a livello mondiale. Solo che le armi andrebbero prodotte e acquistate in Europa. A tracciare la strada è stata la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che starebbe spingendo subito per istituire un fondo con una dote di 150 miliardi di euro, il “Security action for Europe”, utile in chiave difensiva del Vecchio Continente. Tra gli obiettivi chiesti da alcuni Paesi, tra cui l’Italia, vi sarebbe anche l’allentamento del patto di Stabilità, cioè dei vincoli che dovrebbero tenere sotto controllo il deficit e il debito dei singoli Stati.
“Per l’Italia – scrive Il Corriere della Sera – significa poter spendere per la difesa 31 miliardi di euro in più. Non è detto, però, che il governo decida di usare tutto questo margine. Motivo? Nel 2024 la manovra di bilancio è stata finanziata anche aumentando il deficit di 15,7 miliardi. I conti pubblici dell’Italia sarebbero in grado di assorbire uno sforamento doppio? Come reagirebbero i mercati finanziari? Sono queste le domande che preoccupano il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti”. Inoltre, va considerato che “l’Italia ha parametri già oltre i paletti del patto di Stabilità: deficit-pil al 3,4% (il tetto è al 3%) e debito-pil pari al 134% (60% la regola)”. Ma è anche vero che l’Italia è “in netto ritardo sulla tabella di marcia fissata dalla Nato nel 2014: la spesa per la difesa è all’1,5% del pil, contro il target del 2%”.
In attesa del “Libro bianco” che la Commissione Ue formulerà a breve per dare un senso pratico alle indicazioni formulate dai parlamentari, monta la protesta dei contrari all’acquisto delle armi da parte di ogni Paese membro.
Tra i più polemici c’è il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che da Venezia ha mandato vere e proprie bordate contro l’iniziativa europea: “Con tante esigenze che ci sono in sanità, scuola, sulle pensioni, gli stipendi, su tanto che le famiglie e le imprese chiedono, non si può sentir parlare di 800 miliardi di debito pubblico per comprare armi, mentre i belligeranti Ucraina e Russia, sotto la regia di Trump, sembrano voler collaborare. A Bruxelles mi sembrano fuori tempo”.
“Dopo tre anni di guerra e morti – ha sottolineato Salvini -, spero Ucraina e Russia si siedano attorno a un tavolo per merito di Trump. Che Europa parli di bombe e nucleare, suona male”.
Salvini ha anche scritto sui social di essere contrario a “‘riarmare l’Europa’ per arricchire aziende tedesche e francesi. No, se serve investire bisogna farlo per l’Italia – facendo lavorare aziende italiane – e senza compromettere la spesa per altri settori come la sanità e la scuola”.
Postando il video del suo intervento ieri al Salone LetExpo Alis, il leader della Lega ha chiosato: “se devo fare debito pubblico italiano lo faccio solo e soltanto se posso fare lavorare aziende pubbliche italiane“.