Come si fa poi a non sbandare? A non smarrirsi dentro la foresta delle dichiarazioni contrastanti degli esperti soprattutto, che dovrebbero parlare per scienza? Capita allora che Walter Ricciardi, il consulente del ministro della Salute, intervistato da La Stampa, dichiari che bisogna resistere ancora un po’ e per abbassare davvero la curva dei contagi «l’unica strada è quella di lockdown lunghi e nazionali» e che la zona rossa «andrebbe prolungata, almeno fino a metà gennaio, se vogliamo vedere effetti positivi. Se dal 7 gennaio di colpo, facciamo riprendere tutte le attività, assisteremo certamente a un rialzo della curva epidemica».
E anche per questo motivo, sarebbe opportuno non riaprire la scuola il 7 gennaio, la quale, nonostante sia un ambiente sicuro, “la situazione esterna sconsiglia la riapertura, altrimenti rischiamo di richiuderle nel giro di poche settimane». La preoccupazione maggiore, secondo Ricciardi, non è all’interno delle scuole, bensì all’esterno, negli spostamenti e nel sovraffollamento sui mezzi pubblici, ciò insomma che ruota attorno alla scuola non al suo interno.
Dunque per Ricciardi occorre prolungare la chiusura almeno fino a metà gennaio: “No alla riapertura delle scuole. Zona rossa fino a metà gennaio”, rimane il suo monito, mentre sul fronte contagi bisognerà attendere «la fine dell’anno».
«Nella prima fase ho potuto incidere di più sulle decisioni politiche, partecipavo anche alle riunioni del Cts, era diverso. Ma, con il passare dei mesi, ho notato che i miei consigli non venivano più considerati e i risultati si sono visti. Con il ministro Roberto Speranza c’è stata sempre grande sintonia. La riapertura delle discoteche è stata forse la scelta più scellerata, legata alle decisioni autonome delle Regioni». L’augurio per il 2021 è «che, alla fine, questa pandemia davvero ci cambi in meglio. Ma, sinceramente, non vedo segnali positivi da questo punto di vista».