È appena uscito l’ultimo numero della collana ‘I Quaderni di Eurydice Italia’, che contiene la traduzione parziale del rapporto della Rete Eurydice ‘Teachers’ and School Heads’ Salaries and Allowances in Europe 2018/19‘ sugli stipendi degli insegnanti e dei capi di istituto nelle scuole pubbliche di 42 paesi europei, di cui 27 dell’Unione Europea. Il volume si basa su un’analisi comparativa che mette a confronto gli stipendi tabellari iniziali e le prospettive di aumento durante la carriera sia dei docenti che dei capi di istituto. L’analisi considera l’istruzione preprimaria, primaria e secondaria.
Quanto emerge ad un primo sguardo è che esistono differenze significative tra i paesi europei partendo, per esempio, dagli stipendi di base degli insegnanti che accedono alla professione, per cui quelli iniziali lordi possono variare da circa 5.000 a oltre 80.000 euro all’anno. Si va così da paesi (40%) dove tutti gli insegnanti neoassunti hanno lo stesso stipendio di base, indipendentemente dal livello di istruzione dove insegnano, mentre nei paesi restanti, vi sono differenze di stipendio legate ai requisiti di qualifica minima. Nel 50% dei sistemi educativi, gli insegnanti ricevono una compensazione economica per ulteriori qualifiche formali o in base agli anni di servizio aggiuntivi. A proposito di anzianità di servizio, gli stipendi iniziali possono aumentare nel corso della carriera di un insegnante dal 12% al 116%, così per esempio il numero medio di anni necessari per raggiungere il massimo della fascia retributive va da 6 anni nel Regno Unito (Scozia) a 42 anni in Ungheria. In sei paesi dell’UE (Bulgaria, Lettonia, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia), lo stipendio di base degli insegnanti neoassunti è inferiore a 9.000euro l’anno. Gli stipendi più elevati si riscontrano in Danimarca, Germania, Lussemburgo, Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia.
Nei paesi in cui gli insegnanti ricevono uno stipendio diverso a seconda del livello di istruzione presso il quale insegnano, chi guadagna di più necessita di una qualifica superiore per accedere alla professione. Così, per esempio, in Spagna, Lussemburgo e Ungheria, gli insegnanti di scuola preprimaria e primaria devono possedere una laurea triennale per accedere alla professione di insegnante. In Italia, tutti gli insegnanti devono avere una laurea magistrale per accedere alla professione.
Esistono differenze significative tra i paesi per quanto riguarda l’importo e le tempistiche degli aumenti di stipendio legati all’anzianità. Bulgaria, Cechia, Estonia, Lettonia, Lituania e Romania registrano il maggior incremento degli stipendi iniziali degli ultimi quattro anni in ambito UE. In Spagna, Francia, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito (Inghilterra, Galles e Scozia), il potere d’acquisto degli insegnanti è rimasto più o meno invariato negli ultimi quattro anni, mentre gli insegnanti neoassunti hanno perso potere d’acquisto in Belgio, Grecia, Lussemburgo, Portogallo, Finlandia, Regno Unito (Irlanda del Nord), Norvegia. In media gli insegnanti della scuola preprimaria guadagnano meno rispetto agli insegnanti del livello di istruzione secondaria superiore. Anche l’età degli insegnanti ha un impatto sui dati degli stipendi effettivi. Lo stipendio medio degli insegnanti aumenta con il livello di istruzione in Danimarca, Germania, Austria, Romania, Finlandia, Svezia e Bosnia ed Erzegovina, Ungheria, Slovacchia, Islanda, Norvegia e Serbia. In Irlanda, Grecia, Francia, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito, gli insegnanti di scuola secondaria guadagnano in media più degli insegnanti di scuola preprimaria e primaria.
I capi di istituto sono spesso retribuiti in base a una fascia salariale diversa rispetto agli insegnanti. In 10 sistemi educativi, i capi di istituto ricevono uno stipendio pari a quello dei loro insegnanti, a cui si aggiunge un’indennità di gestione (Cechia, Irlanda, Grecia, Spagna, Ungheria, Austria, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Serbia). In nove sistemi educativi (Bulgaria, Danimarca, Italia, Malta, Paesi Bassi, Romania, Islanda, Macedonia del Nord e Turchia, le retribuzioni dei capi di istituto dipendono diverse caratteristiche della scuola , come le dimensioni, l’ubicazione, il livello di istruzione, il numero di alunni con bisogni educativi speciali, l’offerta di insegnamenti differenziati e l’offerta di programmi speciali (ad esempio per le minoranze).
Lo stipendio minimo per i capi di istituto è generalmente più alto dello stipendio degli insegnanti con 15 anni di esperienza e dalla ricerca emerge che la retribuzione dei capi di istituto può influenzare la decisione di un insegnante sull’opportunità o meno di candidarsi a questo ruolo.
Il volume è scaricabile da questa pagina: https://eurydice.indire.it/pubblicazioni/stipendi-di-insegnanti-e-capi-di-istituto-in-europa/
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