Sarebbero ben 10 mila i ricercatori che il Governo ha intenzione di assumere nel prossimo quinquennio: lo ha detto il premier Giuseppe Conte rispondendo al qestion time al Senato di giovedì 6 febbraio.
“Tra gli obiettivi prioritari di questo Governo – ha dichiarato il presidente del Consiglio -, rientra la volontà di avviare un piano pluriennale di reclutamento di circa 2 mila ricercatori all’anno per cinque anni”.
La novità è che il personale da reclutare, dopo il blocco degli ultimi anni, è “destinato non solo alle Università, ma anche agli enti di ricerca”, ha sottolineato il premier a Palazzo Madama.
La norma sulle assunzioni dei ricercatori è stata inserita nella legge economica di fine 2019: “Abbiamo avuto poco tempo, pochissimo, in occasione della Legge di Bilancio, ma c’è la consapevolezza” che ricerca e istruzione sono “priorità nella linea di sviluppo di un Paese”, spiega Conte rimarcando la necessità di misure “strutturali”.
Qualche giorno fa, lo stesso Giuseppe Conte aveva detto che “Per immettere sin da subito nuovi giovani ricercatori nel sistema, stiamo valutando, in sede di conversione in legge del Dl di proroga termini, la presentazione di un emendamento volto ad immettere immediatamente nel sistema 1.600 nuovi ricercatori”, specificando che si interverrà con un piano organico quinquennale. Ora, però, la quota annuale è stata portata a 2 mila.
A fine 2018, l’allora ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, aveva annuncia uno stanziamento in manovra di «100 milioni in più per finanziare altre 900 borse per specializzandi medici» e pure un nuovo piano straordinario per assumere 1.000 ricercatori universitari «chse li porterà, dopo tre anni e previa valutazione e conseguimento dell’abilitazione scientifica nazionale, a essere chiamati nei ruoli dei professori associati».
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