Una ricercatrice di 34 anni, originaria del barese, ha scelto di lasciare l’Italia e in particolare la Puglia per andare a vivere molto più a nord, precisamente a Oulu in Finlandia. Da tre anni la ragazza vive nel paese scandinavo, cosa che a suo avviso ha molti vantaggi.
Ecco le sue parole, rilasciate a Il Corriere della Sera: “Per quanto riguarda il mio lavoro, qui ci sono più fondi. E quindi si è più rilassati rispetto all’Italia, dove i fondi sono meno e bisogna lottare di più per ottenere qualcosa. Qui c’è meno pressione perché ci sono più fondi governativi”.
“Da noi, in Italia, c’è la pressione sociale, che qui non esiste – ha continuato -. In Italia si viene sempre giudicati per quante ore si fanno sul posto di lavoro”.
Ed ecco poi alcune battute relative alla scuola: “Quasi un anno fa è nato mio figlio. E qui lo stato aiuta molto una mamma lavoratrice. Dopo il parto, ho trascorso nove mesi a casa con mio figlio. Poi sono tornata a lavoro. E mio figlio, a nove mesi, ha cominciato a frequentare l’asilo, il cui costo è calcolato in base allo stipendio di ciascuno: per chi guadagna poco o niente, l’asilo è gratuito. È chiaro che, con queste premesse, si vive meglio”.
“Per il momento vorrei che mio figlio crescesse qui: imparerebbe il finlandese, l’italiano e anche l’inglese, che è la lingua che io utilizzo. Poi il dopo si vedrà. Dipende molto dal lavoro: in Italia ci sono spesso contratti da un anno, qui offrono periodi più lunghi”, ha concluso.
Tiene banco da anni lo stereotipo, relativo ai paesi del Nord Europa come appunto la Finlandia, secondo cui si tratti di paesi felici, dove tutto va bene e dove è sicuramente meglio vivere. Certo, molti dati vanno in questa direzione.
Ma non è tutto rose e fiori: come abbiamo scritto ieri, un sondaggio ha rivelato come un uomo finlandese su quattro sotto i 35 anni ritiene che le donne possono meritare violenza. I giovani finlandesi, che nelle rilevazioni internazionali ottengono ottimi risultati, dovrebbero essere anche i migliori quanto ai loro comportamenti sociali. Ma a quanto pare non è così?
A gennaio 2023 la storia della famiglia finlandese Mattson ha fatto il giro del web: la madre di due bambini ha deciso di lasciare la città siciliana perché non condivide il sistema scolastico italiano.
Nella scuola italiana, sostengono i genitori, “la giornata scolastica si trascorre sulla stessa sedia dalla mattina fino a quando non si ritorna a casa”, soffermandosi sul fatto che da noi “non esistono pause dov’è permesso muoversi”, ma vi sono “solo piccole pause nella stessa classe“.
Invece, hanno scritto i due ad una testata giornalistica, “in Finlandia, gli studenti hanno una pausa di 15 minuti tra una lezione e l’altra, e lasciano l’aula per giocare insieme nel giardino/patio” con bambini che si “muovono, giocano, urlano e corrono liberamente all’aperto per liberarsi delle energie in eccesso e prendere aria fresca, così da ottenere migliori risultati a scuola”. Tantissimi sono stati i commenti, tra esperti e pedagogisti.
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