Home I lettori ci scrivono Richiesta ad agosto curriculum vitae. Le considerazioni della dirigente

Richiesta ad agosto curriculum vitae. Le considerazioni della dirigente

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Scrive alla nostra Redazione Loredana Giannicola, dirigente scolastico del Liceo “Lucrezia della Valle” di Cosenza in merito alla nota di servizio da lei emanata ed oggetto dell’articolo La DS richiede ai docenti durante le loro ferie, il curriculum vitae

Volentieri, pubblichiamo la sua risposta, precisando che in nessuna parte del testo è stato scritto nulla al riguardo l’interruzione del periodo di ferie, ma solo l’inammissibilità, durante le ferie del lavoratore, della gravosa attività di comunicazione formale ed anche quotidiana.

 

Questo il testo della lettera della dirigente.

 

Leggo sempre Tecnica della Scuola per gli articoli interessanti che propone sul contestatissimo mondo della scuola.

Tuttavia, esistono casi in cui non sempre quegli stessi articoli sono rispettosi della realtà che intendono fotografare.

Mi riferisco al pezzo comparso sulle pagine della rivista on line il 31 luglio u.s. a firma di Lucio Ficara, con il seguente titolo La DS richiede ai docenti durante le loro ferie, il curriculum vitae.

L’articolo, devo ammettere, è molto suggestivo per le immagini che evoca, ma poco attento alle dinamiche relazionali che esistono all’interno delle Scuole e che non necessariamente sono di natura autoritaria. Il contenuto del testo, infatti, mi ha suscitato da un lato incredulità per il riduzionismo argomentativo con cui si affronta una normale comunicazione di servizio, assimilandola addirittura a casi di interruzione forzata di ferie, e dall’altro rabbia per come la notizia è data in maniera decontestualizzata proprio con l’intenzionalità di creare scalpore.

Il testo dell’articolo fa riferimento ad un inesistente ordine di servizio relativo all’invio di un curriculum vitae con possibile sanzione disciplinare in caso di inottemperanza. Dalla posta elettronica della scuola è semplicemente partita una mail di servizio con la richiesta di far pervenire un curriculum vitae entro il 5 agosto, ma senza alcun imperativo categorico che, visto il contenuto, non poteva essere assolutamente fondato.

Personalmente ritengo che tra dirigente e collegio dei docenti debba esserci sempre una comune e positiva dialettica, sia per i casi in cui si richiede l’invio di un curriculum vitae durante le ferie, come in questo caso, sia per le situazioni in cui ci si appella alla flessibilità e comprensione del Capo d’Istituto per sopportare il “duro” peso dell’anno scolastico. A questo clima di grande positività ho improntato il lavoro di tutti questi anni, anteponendo la Persona al ruolo svolto e senza mai far prevalere la funzione di dirigente, ma appellandomi sempre al senso di responsabilità di tutti e di ciascuno. Non avrei mai immaginato di alimentare una tale disquisizione su una semplice e, permettetemi, banale richiesta,

I docenti che mi pregio di rappresentare non hanno mai ricevuto un ordine di servizio, ma ogni decisione è stata condivisa e sanno bene che per eventuali perplessità non è certo necessario rivolgersi ad un giornale, visto che nessuno, e sottolineo nessuno, ha mai obbligato il personale a rinunciare ad un giorno di ferie, anche in condizioni in cui poteva esserne richiesta la presenza, o messo i docenti nelle condizioni di subire una sudditanza ingiustificata. Nella comunità scolastica ci può essere una richiesta che comporta un semplice collegamento ad internet, senza che questo si debba configurare come obbligo di servizio e, tuttavia, la richiesta di un curriculum non comporta un caso da FBI ma solo la necessità di aggiornare il data base per programmare l’organizzazione del lavoro in vista dell’avvio dell’imminente anno scolastico. Lo dico per il rebus lanciato dal giornalista alla fine dell’articolo. Neanche Sherlok Holmes avrebbe saputo fare meglio.

Chi ha voluto coinvolgere il giornale ha inteso fare un uso improprio di un mezzo di grande diffusione, utilizzandolo come “minaccia” latente nei confronti di una comunità di cui evidentemente non si sente parte.

Mi dispiace per il giornalista che ha dovuto scomodare la Corte di Cassazione per un caso che neanche lontanamente somiglia all’oggetto della sentenza. In futuro, sarebbe più opportuno documentare meglio le notizie che giungono in redazione per il buon nome della rivista e per evitare di sollevare polveroni che possono in una frazione di secondo distruggere il lavoro di tante persone.

Mi auguro che vogliate pubblicare questa nota con la stessa tempestività e risalto dati alla notizia che vi è giunta, senza per questo rovinare le ferie a chi ha fatto pervenire l’informazione pensando di alimentare il gossip di questa rovente estate cosentina.