Al riguardo del prospettato piano “Per la Buona Scuola” presentato dal Presidente Renzi, noi insegnanti di ruolo e supplenti, ci sentiamo umiliati dalle continue dichiarazioni sia dello stesso Presidente del Consiglio che del Ministro dell’Istruzione (ed altri soloni che probabilmente non hanno mai messo piede in un’aula scolastica dei nostri giorni), i quali non perdono occasione per ribadire che…per migliorare la scuola occorre sconvolgere il reclutamento e la vita stessa degli insegnanti…, chiamati a dover essere sottoposti ad un vero e proprio fuoco di fila di concorsi, prove, valutazioni, giudizi, elencazioni, schedature, ispezioni, che consacreranno le virtù della cosiddetta nuova, moderna “meritocrazia”, che viceversa, secondo noi, così schematicamente e demagogicamente impostata, rimanda a sistemi sociali e politici che poco hanno a che fare con la “democrazia” vera, la libertà e l’autonomia dell’insegnamento, per decenni sbandierata da tutti come grande conquista di progresso sociale e culturale.
Scopriamo che adesso l’insegnante dovrà entrare al mattino a scuola, non soltanto per insegnare, educare, istruire, collaborando serenamente con i colleghi unicamente per l’ottenimento delle finalità formative degli alunni, ma, proprio in concorrenza con gli stessi suoi colleghi, dovrà principalmente operare per compiacere, in primo luogo i Dirigenti Scolastici e poi i supervisori mentor, chiamati a dissertare e giudicare sul “merito” di ogni singolo docente, per stabilirne il relativo aumento stipendiale ed il suo livello classificatorio.
Si determinerà inevitabilmente (ed è umanamente comprensibile), una lotta più o meno subdola, se non palese, tra gli insegnanti, per allinearsi, ciascuno il più possibile, al pensiero dominante ed emergente di chi li deve giudicare, per avere un minimo di miglioramento stipendiale…; è dunque finita così la natura stessa della scuola “democratica” che è viceversa libera espressione del pensiero di ognuno e libero esercizio della professione di insegnante, di formatore, di educatore. Eppure, noi ricordiamo che i nostri sindacati, sono sempre stati concordi nel privilegiare questi fondamentali diritti, come anche le graduatorie, che sempre sono state sostenute, in quanto trasparenti, e pubblicamente verificabili, come garanzia del punteggio maturato, al contrario dei, da sempre criticati concorsi, che non hanno mai dato la stessa affidabilità.
Ora viceversa si vuole affidare la progressione di carriera ad un supposto “merito” che è suscettibile di probabili valutazioni arbitrarie, vuoi per simpatie/antipatie, amicizie/disaccordi, discriminazioni di parte/genere/orientamento ideale e/o addirittura politico, interessi di ogni tipo, clientele, parentele, consociativismi, se non poi dello stesso… “modo di…vestire”… ecc. ecc. …. ; è dunque possibile il precipitare in un incontrollabile baratro senza fondo….
Lo stimatissimo e sempre citato, in ogni convegno culturale e progressista, Don Lorenzo Milani, al quale fa riferimento il piano della “Buona Scuola” di Matteo Renzi, non avrebbe certamente ricevuto alcun “riconoscimento di merito” sul suo operato di educatore, in quanto non funzionale al sistema sociale di quel tempo, bensì esiliato ed umiliato in mille modi dal contesto dell’epoca; e basti questo semplice raffronto per contraddire ogni attendibilità del metodo “meritocratico”quale via maestra per il miglioramento di ogni sistema educativo e scolastico….
La scuola, è partecipazione, comprensione, tolleranza, ascolto, rispetto reciproco, valorizzazione delle diversità di espressione, pluralità delle conoscenze, incontro pieno tra i soggetti partecipanti, collaborazione disinteressata tra gli educatori, valorizzazione delle specificità individuali che concorrono tutte, pur nelle diversità di metodo e/o di atteggiamento di ciascuno, a dare, agli alunni in crescita, il senso delle diversità, proprio attraverso le quali ogni essere umano si forma e si rafforza, nel sapere e nel progredire della vita.
Altro che discriminazione sul “merito” (giudicato da chi e su che cosa ?), misurato solo al fine di conseguire un aumento stipendiale che, evidentemente non si vuole PIU’ nemmeno DARE (vedi il 66% massimo dei riconoscimenti possibili); il “merito” gli insegnanti, già selezionati attraverso il ciclo dei loro studi abilitanti, se lo acquisiscono poi ogni giorno di più sul proprio campo di lavoro, fatto di faticosissimo impegno, al passo con i continui cambiamenti culturali e sociali dei nostri giorni, a servizio pieno della crescita dei giovani, in un contesto sempre più articolato, e in un sistema poi di riconoscimenti stipendiali tra i più bassi d’Europa.
Si potrebbe poi, su questo cammino, al pari di questa categoria di lavoratori, selezionare continuamente anche gli avanzamenti stipendiali di cento altre categorie pubbliche: medici, operatori sanitari, magistrati, militari, forze di polizia, addetti al trasporto, impiegati e funzionari tutti dell’apparato amministrativo e delle amministrazioni pubbliche tutte, in un escalescion interminabile di sperequazioni e discriminazioni improponibili, mortificanti, inattuabili, assolutamente ingiustificabili.
Al riguardo poi dei supplenti, che non possono certo essere accusati di “supplentite” sarebbe opportuno che qualcuno facesse pubblicamente presente che costoro non soffrono certo di alcuna patologia a loro addebitabile, visto che soffrono sì da anni, e non certo per loro scelta, di un trattamento di aspettative fatto di precarietà, disagio e sofferenza retributiva.
Certamente giusto, e doveroso, è viceversa immettere in ruolo, prima possibile, tutti i precari che sono abilitati ed hanno alle spalle più anni di sevizio, cioè gli insegnanti delle Graduatorie ad Esaurimento, e pure gli insegnanti diplomati magistrali entro l’anno 2001 – 2002, che si sono visti sottrarre il loro titolo abilitante, ora reso valido, a seguito di sentenza del Tar di quest’anno, ed inclusi in II fascia, ma che hanno perso, per troppi anni l’inclusione in Gae, in I e II Fascia d’Istituto. Questi, quindi, proprio per il loro mancato inserimento, non sono potuti entrare in Gae e quindi in ruolo; occorre perciò che questi siano immessi nella Graduatoria ad Esaurimento, al pari degli altri, per ripristinare un diritto leso.
Dunque, il Signor Presidente Renzi, non propone di regalare proprio niente a nessuno, assumendo i Precari, poiché il diritto alla stabilizzazione questi insegnanti in graduatoria, già abilitati, che lavorano come supplenti, ce l’hanno già e non è possibile poi accettare di barattare l’attuazione di questo diritto con l’abolizione di progressivi, equi, miglioramenti stipendiali.
Occorre quindi contrastare fortemente, da parte delle Organizzazioni di Categoria, queste impostazioni di programmi prospettati dal Governo, che offendono la dignità professionale dei docenti e mortificano le aspettative lavorative del loro futuro, facendo retrocedere la scuola italiana a livelli non di qualità del sapere ma di cinico sistema competitivo a fine stipendiali.
Hanno fatto discutere molto le parole di un docente di un liceo di Roma, scritte…
Le certificazioni che attestano la presenza in ospedale, necessarie per giustificare un’assenza dal lavoro o…
È online il quarto numero 2024 di “Scuola e Formazione WEB”, la rivista trimestrale della…
In un doppio appuntamento con le scuole secondarie e con la scuola primaria, giovedì scorso…
Come si fa a presentare la vita militare come fulcro di conoscenza, libertà e democrazia?…
L'Istat, ha pubblicato oggi, 23 dicembre, il rapporto "I giovani nelle città metropolitane: la fragilità…