Alla luce della rilevata incostituzionalità del prossimo concorso nazionale a cattedra, riservato ai possessori di un titolo abilitante conseguibile, esclusivamente, mediante il pagamento di una cospicua somma di denaro, e dunque discriminante dal punto di vista del censo;
considerata la necessità di un trattamento equo tanto nei confronti dei possessori di tale titolo abilitante – conseguito a caro prezzo e, in molti casi, previo superamento di prove estremamente selettive – quanto verso i docenti non abilitati, in possesso dei requisiti ministeriali richiesti per l’insegnamento e di fatto attualmente impiegati nelle scuole statali di ogni ordine e grado;
rilevata l’urgenza di risolvere la situazione di estrema incertezza in cui il sistema tiene sospesi da un lato i docenti in possesso di titolo abilitante, tenuti in uno stato inaccettabile di precariato, dall’altro i docenti che non hanno potuto conseguire tale titolo, ma a norma di legge inseriti in graduatorie che danno accesso all’insegnamento e che hanno valore concorsuale, secondo quanto stabilito dalla sentenza del Consiglio di Stato;
tenuto conto del fatto che al momento dell’iscrizione presso le università italiane, nonché in fase di aggiornamento delle graduatorie d’istituto, la laurea ciclo unico v.o./specialistica/magistrale costituiva per gli attuali iscritti in terza fascia titolo d’accesso sufficiente alla professione docente, purché si possedessero i CFU richiesti per le classi di concorso di interesse; per cui impedire loro la prosecuzione della professione mediante norme retroattive basate sul mancato conseguimento di ulteriori titoli costituirebbe un abuso in relazione ai diritti precedentemente acquisiti;
preso atto della circostanza per cui le precedenti politiche di reclutamento del personale docente hanno generato una situazione socialmente insostenibile, sottoponendo centinaia di migliaia di insegnanti a continui stravolgimenti nella possibilità di esercizio della professione docente;
dunque che prima di identificare nuovi canali di reclutamento e abilitazione si debba procedere a regolarizzare la situazione degli attuali docenti precari – nell’ordine GAE, II e III fascia delle G.I – immettendoli in ruolo e creando, nel contempo, percorsi abilitanti non discriminanti, come, invece, si preannunciano essere i prossimi cicli di TFA;
avendo infine presente la volontà dell’attuale Governo di procedere, d’ora in avanti, all’assunzione del personale docente esclusivamente mediante concorso da destinare al solo personale abilitato, nonostante i docenti che abbiano già conseguito un titolo abilitante non intendano essere sottoposti a ulteriori prove, mentre, a loro volta, i docenti privi di tale titolo – impossibilitati a conseguirlo, a causa delle numerose falle verificatesi nel sistema tra un governo e l’altro – chiedano, di poter sostenere tali prove;
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