Ricomincia il “valzer del ministro”

Ho scritto qualche giorno fa e non vorrei ancora apparire, ma una precisazione mi sembra utile, visto il grande “battage” pubblicitario in corso.
E’ già iniziato il solito, un po’ ridicolo, “valzer del ministro”. Passate 24 ore dall’aver detto di doversi mettere a studiare come “una secchiona”, la prof.ssa Giannini è su molti giornali e mezzi di comunicazione, con le sue dichiarazioni sul mondo della scuola, alcune delle quali apparentemente contraddittorie (scatti o non scatti? stipendi da terz’ultimo posto in Europa o da tedeschi?), altre incomprensibili (è necessaria la parità tra scuole pubbliche e private: ci dice.
Ma già non c’è?) e così via. Perché farci prendere in giro, per l’ennesima volta? Perché stare al gioco dei politici, più o meno professionisti (lasciamo stare, ovviamente, la deontologia, roba che riguarda chi ha, o si assume, davvero responsabilità professionali) e dei mezzi di comunicazione, come se fossimo sempre in attesa di un atto di carità, di un gesto di beneficenza da parte dei potenti, come servi della gleba? Perché, come lavoratori dipendenti retribuiti per istruire i figli di tutti dobbiamo accettare di lasciar definire quanto valga la nostra dignità da chi, per decenni, si è auto-elargito compensi assurdi (e mettiamoci tutti, parlamentari, consiglieri regionali, sindaci, etc. etc. ), collaborando con i milioni di elettori-evasori (questi sì che interessano i politici, sono voti potenti) a renderci la vita difficile?
Ma scherziamo? Apro il sito del Governo italiano, quello del Quirinale, quello del Parlamento e trovo dappertutto uno strano documento (la chiamano Costituzione) in cui, tra l’altro, si legge: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Non basterebbe? Anche per gli altri lavoratori dipendenti, o disoccupati o sottopagati che popolano a milioni questo “paese”, parola che il disinvolto neo-Presidente del Consiglio ha ripetuto una trentina di volte nel suo sciatto discorso in Senato? (Mi scuso per il giudizio, ma noi insegnanti li leggiamo, talora, i discorsi, per deformazione indotta dal mestiere).
E loro, avranno ciò che è sufficiente per un’esistenza libera e dignitosa? Con loro mi riferisco alle figure istituzionali, anche quelle massime, ai politici, ai dirigenti e amministratori pubblici in genere (andiamo a vedere le retribuzioni dei segretari comunali ad esempio?), a quelli che hanno cambiato la loro esistenza, in meglio, a quanto pare, a spese degli altri, attingendo allegramente e con larghi sorrisi all’erario. Almeno non stiamoli a sentire, mentre ci prendono in giro: possiamo ancora, come lavoratori dipendenti, accettare di pendere dalle labbra di questa gente? E’ un quesito che non rivolgo alla categoria cui appartengo (un’entità fittizia, cara ai sindacati e ai politici, esistente solo da un punto di vista contrattuale), ma ai molti individui che fanno il loro lavoro tutti i giorni con le capacità che hanno affinato per conto proprio (senza essere mai formati o sostenuti dall’amministrazione, senza anni, o mesi, sabbatici, come qualche visionario impazzito suggeriva molti anni fa), a quelli che pagano di tasca propria i libri per studiare e aggiornarsi (e li leggono davvero!), a quelli che hanno dovuto arrangiarsi, nel tempo, per imparare a stare con bambini, fanciulli e adolescenti con il metodo “per prove ed errori” (e quanti errori), a quelli che hanno tollerato, spesso, dirigenti arroganti e incompetenti, a volte ripescati in fondo a misteriose graduatorie (la carica dà alla testa, anche se molti “Dirigenti”, una volta ottenuto il loro contratto, amano praticare la captatio benevolentiae e apprezzano che li si chiami ancora Presidi). Auguri a tutti loro, per questo nuovo governo che sicuramente ci darà dignita europea.
I lettori ci scrivono

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