C’è sempre un “rumore” che ci desta dall’apparente “sonno” in cui talvolta si scivola perché presi dalla frenesia del vivere feriale, o perché troppo impegnati negli appuntamenti di lavoro che ci attanagliano e ci chiedono di essere e restare, sempre, in prima linea.
In questo tempo di sonni veglia ho meditato attorno ad una, per me, incoerenza e a quel solito cambiare tutto per non cambiare nulla: cos’è del resto la nuova denominazione del Ministero dell’Istruzione? Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Hanno fatto e stanno facendo tanto rumore, soprattutto i media, sulla concessione della grazia degli arretrati e del minimo aumento. Al LORDO. Magari fossero almeno stati detassati, visto i tempi duri e grevi che viviamo. Ma figurarsi se il Governo giunge a si tale sensibilità.
Tanto rumore per nulla.
Forse è arrivato il tempo di mettere un punto e ricominciare dalla Scuola 0.0 .
Una Scuola inclusiva e al passo col nuovo che avanza dal punto di vista degli strumenti tecnologici, che sia sempre poggiante sulla cultura che ha formato tante generazioni grazie alle quali ancora la poesia viene recitata, un sonetto letto e il pensiero porre le sue domande. Benché la scrittura risenta dell’ignoranza del suo delinearsi sulle righe dei quaderni. Perché una tastiera la ha sostituita e un nuovo lessico si è imposto grazie alla digitalizzazione.
Una Scuola dove la classe assume una nuova dimensione strutturale, rappresentando la società odierna. La comunità dei connessi, il cui ambiente è la Rete. Una Scuola, che sempre e comunque pone le fondamenta della società che nella relazione umana trova tutto il suo senso e significato, perché nell’interazione tra le molteplici differenze culturali, esperienziali, morali opera e getta le basi per la continuazione della costruzione della scala evolutiva dell’uomo.
Questa Scuola, alla quale è stato richiesto e si richiede quotidianamente notevoli cambiamenti sia negli approcci comunicativi che nelle tipologie di insegnamento e competenze di chi è in prima linea nel processo formativo. Questa Scuola che pone sempre al centro lo studente, col quale resta comunicante e comunicativa, attraverso il contributo di una nuova comunicazione nell’offerta formativa che pone gli studenti e i docenti in grado muoversi all’interno della nuova tecnologia computeristica e digitale, tenendo come riferimenti le verità e la cultura formativa di sempre.
Questa Scuola 0.0 che diviene attore principale sullo scenario della Rete.
Una Scuola dove i nostri ragazzi restano incuriositi, stupiti e soprattutto ottimi manipolatori degli strumenti tecnologici di oggi come di domani, rimanendo sempre e comunque uomini e donne pensanti, liberi di decidere, di comunicare le proprie emozioni, di rapire in un sorriso o in una lacrima tutta la loro esperienza, il soffio stesso della loro vita, postata attraverso una storia di immagini, che custodiscano comunque la bellezza e il privato intimo dell’esperienza personale.
Questo è il metro reale per una designazione del MERITO, da riconoscere alla Scuola, nella sua interezza componentistica. Non una mera denominazione politica e burocrate, che dice tutto e niente, che confonde l’umiltà con l’umiliazione, dimentica oltremodo che per quanto riguarda il mondo scolastico non è possibile un metro di misura, ma con tutti i limiti dell’essere umano, l’unico strumento di misurazione che consegni la medaglia del merito è l’impegno quotidiano di tutti coloro che costituiscono e fanno l’istruzione sociale, difendendola e conservandola nella sua tradizione.
E tutto questo non può oltremodo misurarsi in termini economici.
Mario Santoro