Home Archivio storico 1998-2013 Attività parlamentare Riconoscere la Lingua dei segni (Lis) come lingua

Riconoscere la Lingua dei segni (Lis) come lingua

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Si tratta di un disegno di legge presentato dalla senatrice del Pd Nicoletta Favero, la quale ha preso spunto dalla felice esperienza di Cossato (Bi), nel cui Istituto comprensivo si sperimenta da tempo il bilinguismo lingua italiana/Lis con ottimi risultati. 
”Il riconoscimento – spiega – consentirebbe di utilizzare la LIS nei procedimenti giudiziari civili e penali e nei rapporti dei cittadini con le pubbliche amministrazioni e con gli enti locali, oltre ad agevolare il bilinguismo nelle scuole”. 

“L’esperienza insegna – aggiunge Nicoletta Favero – che la maggioranza dei bambini sordi, pur partendo da una normale potenzialità cognitiva, con un inserimento ‘tradizionale’ termina la scuola dell’obbligo con un bagaglio di apprendimenti gravemente insufficiente, tanto da poter parlare di serio rischio di insufficienza mentale conseguente all’impossibilità di recepire a livello accettabile informazioni attraverso il linguaggio verbale”.

“Nell’istituto comprensivo di Cossato, nel biellese – sottolinea – è in atto dal 1994 un progetto virtuoso di bilinguismo italiano/Lis che si propone di integrare i bambini sordi nella scuola comune dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, formando un gruppo di alunni sordi che acquisiscono la LIS come lingua naturale assieme ad alunni udenti che impiegano la LIS come seconda lingua, il più precocemente possibile”. 
”Questa esperienza – conclude Favero – dimostra che l’intervento linguistico in LIS sui bambini sordi, fin dalla nascita o pre-linguali, è efficace se è iniziato dalla scuola dell’infanzia, o, ancor meglio, dall’asilo nido. I risultati dimostrano l’efficacia di questa esperienza: tutti gli alunni sordi, che ad oggi sono 24 oltre ai circa 150 alunni udenti coinvolti nel progetto, hanno proseguito gli studi dopo la scuola secondaria di primo grado, e 7 ragazzi sordi si sono diplomati. Due di essi lavorano e 4 frequentano l’Università”.