I lettori ci scrivono

Riconoscete la mia professionalità e farò ripartire la scuola

Voi che decidete al Ministero dell’istruzione e voi che decidete sui soldi da distribuire per la ripartenza.

Datemi la possibilità di collaborare con i miei colleghi di materia e con quelli delle materie affini.

Permettetemi di progettare, con loro, delle micro unità didattiche, che magari durino alcune ore, distribuite su più giorni e che possano essere ripetute più volte nel corso dell’anno, da più docenti della stessa materia.

Fate si che queste ore possano durare 40 minuti.

Datemi una classe come ufficio, con due PC, una stampante e una LIM. Assegnatela a me e a un altro mio collega, troveremo il modo di organizzarci.

Fate in modo che gli studenti della scuola possano iscriversi a queste unità didattiche in un numero non maggiore di 15 e che comunque rispetti i distanziamenti che saranno ritenuti opportuni.

Stabilite che per passare l’anno ogni studente debba aver partecipato a queste unità didattiche e aver ottenuto una votazione sufficiente alla fine della stessa. Magari con la possibilità di ripetere più volte la stessa unità.

Lasciatemi la possibilità di calendarizzare queste unità dalle 8.30 del mattino alle 16.30 del pomeriggio, 5 giorni su 7. Saprò coordinarmi con i miei colleghi.

Permettetemi di essere a scuola dalle 8.30 alle 16.30, per fare queste lezioni, per progettare con i colleghi, per ricevere alunni e genitori.

Fate quindi in modo che la progettazione diventi tempo retribuito riconosciuto, così come le relazioni con gli studenti e con le famiglie, così come le correzioni e la ricerca.

Io, lo giuro, rimarrò a scuola dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 16.30. Se servirà anche di più.

E accanto alle micro unità che costituiranno la spina dorsale dell’apprendimento dei nostri ragazzi, noi progetteremo unità di cittadinanza, attività culturali di ogni tipo, unità facoltative arricchenti.

Pagatemi adeguatamente, però. Oggi, dopo oltre 20 anni di insegnamento non raggiungo i 1.500 euro al mese. E quando dico adeguatamente penso ad un raddoppio del mio stipendio, così dar poter anche guardare negli occhi alla pari i miei colleghi tedeschi.

Caspita! Io sono un professore e ho in mano l’educazione e la crescita delle conoscenze e delle competenze delle nuove generazioni.

Vale qualcosa per voi lassù che prendete le decisioni?

Riconoscete la mia professionalità. Datemi più libertà, alleggeritemi dagli obblighi burocratici, ridatemi la giusta dignità.

E noi faremo ripartire la scuola.

Almeno quella secondaria di secondo grado, visto che io vi lavoro e la conosco. Non ho idea se un sistema così congegnato possa valere per gli altri ordini. Ma per le superiori funzionerebbe.

Michele Vanzulli

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