
La Gilda degli Insegnanti presenta oggi, lunedì 14 aprile, in collegamento su Meet e, in presenza presso la sede nazionale in via Aniene 14 a Roma, il sondaggio commissionato a SWG, nel quale si esaminano le risposte fornite da un campione di insegnanti, su domande inerenti al rinnovo del CCNL comparto Istruzione e Ricerca, valido per il triennio 2022-24, di cui le trattative sono iniziate il 27 febbraio scorso presso l’Aran.
Il programma
Introduzione e analisi dei dati a cura di: Vito Carlo Castellana, coordinatore nazionale Gilda degli Insegnanti; Rado Fonda, Direttore di SWG.
Partecipano: il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara; On. Giovanna Miele, del Gruppo Parlamentare Lega – Salvini Premier, componente della VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione) della Camera; On. Ida Carmìna, del Gruppo Parlamentare Movimento Cinque Stelle, componente della V Commissione Bilancio della Camera; On. Gerolamo Cangiano, del Gruppo Parlamentare Fratelli d’Italia, componente della VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione) della Camera; On. Giovanna Iacono, del Gruppo Parlamentare Partito Democratico, componente della VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione) della Camera, On. Roberto Giachetti, del Gruppo Parlamentare di Italia Viva, segretario di Presidenza e componente della VII Commissione (Cultura e Istruzione) della Camera.
Castellana: “Voce ai docenti”
Ecco le parole di Castellana: “Stiamo vivendo un momento di confusione in cui si devono prendere decisioni importanti, ci sono molte proposte politiche. Molto spesso parla di scuola chi non lo conosce affatto, noi abbiamo dato voce agli insegnanti, che la vivono”.
“Era fondamentale valutare gli umori dei colleghi e capire l’evoluzione della scuola post-pandemia. C’è meno partecipazione rispetto al passato”.
“Il dato più significativo – aggiunge Castellana – è quello sul Middle Management, ovvero l’introduzione nelle scuole di figure intermedie tra il dirigente scolastico e gli insegnanti”.
I docenti, per la maggior parte, si ritengono contrari e preferirebbero che le risorse previste per queste figure siano attinte dall’area dei dirigenti e non dal Fondo d’Istituto.
“Siamo molto soddisfatti dei risultati del sondaggio – dichiara Castellana – perché confermano che le nostre proposte politiche rispecchiano la voce della Scuola e che i valori che la nostra organizzazione sindacale rappresenta, sono condivisi. Le trattative all’Aran per il prossimo contratto sono ancora in corso – conclude il coordinatore nazionale – il nuovo appuntamento è previsto per il 7 maggio, ci auguriamo che le riflessioni scaturite dall’analisi del sondaggio siano prese in considerazione anche dal tavolo tecnico, per raggiungere un traguardo comune che tuteli la professione docente”.
“Non si può continuare a vivere con la famiglia. La scuola è diventata un’enorme bancomat, siamo l’unica professione nella quale si paga per lavorare, in cui i percorsi sono a carico dei docenti. Sembra che stiamo selezionando la categoria, di chi può permettersi di diventare insegnante. Invece lo scopo sarebbe selezionare i migliori. Auspico anche la possibilità di avere buoni pasto, siamo l’unico comparto della PA che non li ha”.
L’indagine
Rado Fonda, Direttore di SWG, ha poi presentato i dati. Le interviste sono state realizzate con metodo CAWI dal 4 all’8 aprile su un campione di 649 docenti di vari gradi scolastici.
Per nove docenti su dieci ci vorrebbe un contratto differenziato dagli altri operatori scolastici.
Per l’87% dei docenti l’aumento salariale è inadeguato.
Il 63% dei docenti è favorevole a far confluire la Carta Docente nella busta paga, due docenti su tre sono favorevoli a fare lo stesso con le risorse della “formazione incentivata e tutor”.
Il 76% dei docenti crede che ci sia bisogno di welfare aggiuntivo.
Il 78% dei docenti crede che sia importante recuperare l’anno 2013 per via contrattuale diretta.
Tre docenti su tre sono favorevoli alla riduzione della durata dei “gradoni” (fasce stipendiali).
Docenti divisi sul middle management: 47% contrari, 44% favorevoli.
Il 69% dei docenti chiede un’equiparazione dei diritti dei precari e dei docenti di ruolo.