Sul filo di lana, anche la Puglia potrebbe impugnare la Legge 107/15: il 10 settembre, l’avvocatura ha espresso parere positivo sulla possibile lesione delle attribuzioni della Regione.
Il parere dell’avvocatura regionale è stato depositato al presidente della Giunta e al presidente del Consiglio regionale. La richiesta di far esprimere l’avvocatura, ricordiamo, era giunta dopo la mozione approvata all’unanimità nella seduta consiliare della Regione il 31 luglio scorso.
“Il parere – è precisato nella nota – sarà esaminato dalla Giunta, che già da ieri (9 settembre) era stata convocata per sabato alle ore 18.30 presso Fiera del Levante per proseguire l’esame di altri provvedimenti. “La vicenda – conclude la nota – verrà esaminata dalla giunta non sotto l’aspetto politico, del tutto irrilevante in questa materia, ma esclusivamente dal punto di vista tecnico-giuridico alla luce del suddetto parere”.
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Il motivo della convocazione di sabato è presto detto: il giorno dopo, domenica 13, scade infatti il termine per fare ricorso alla Consulta.
A detta dell’Anief, infine, anche altre regioni, come Lombardia e Calabria, oltre la stessa Puglia, sarebbero sul punto di presentare ricorso alla Corte Costituzionale: sono ad alto rischio di incostituzionalità, secondo il sindacato autonomo, “la chiamata diretta dei docenti, la nuova figura del preside-sceriffo, il blocco degli stipendi e il piano straordinario di immissioni in ruolo che lascia vivo il precariato e costringe migliaia di precari ad essere assunti fuori regione oppure a non presentare domanda per non rischiare l’epurazione. Dello stesso avviso sono diversi giuristi ed esperti. E tutto ciò era stato ben evidenziato dalla commissione Affari Costituzionali del Senato, che a giugno, nel corso dell’esame della legge, mandò pure sotto la maggioranza”.
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