È nato così il Comitato Viareggio unita per il diritto all’istruzione, per salvaguardare le scuole e i servizi sul territorio, tra i primi ad essere penalizzati a causa delle gravi condizioni in cui versano le casse comunali. Nel dettaglio sono 108 le adesioni delle famiglie al ricorso per contestare l’aumento degli asili nido, mentre superano le 130 quelle per il caro mensa.
In entrambi i casi si tratta di aumenti collegati alla procedura di dissesto del Comune che, essendo in deficit, ha aumentato automaticamente e obbligatoriamente per la durata di 5 anni tasse, tariffe, imposte e costi dei servizi comunali (come previsto dall’articolo 251 del Testo unico degli enti locali). Cosa che per i servizi scolastici – mensa, nidi, scuolabus – si traduce nell’incremento della quota parte dei servizi a carico delle famiglie.
La mensa, scrive Il Tirreno, ha subito aumenti superiori al 30%: da novembre il costo per un pasto a scuola per una famiglia che non ha agevolazioni in base al reddito (cioè ha un Isee superiore a 12mila 619 euro) è passato da 4,26 euro a 5,67. Troppo per molti utenti tanto che in numerose scuole della città sono cominciate le proteste: chi rinuncia alla mensa scolastica e torna a mangiare a casa per poi rientrare a scuola nel pomeriggio, chi va a scuola con il panino.
A rischio è anche il servizio scuolabus: tantissime le disdette dopo gli aumenti del 200% (le famiglie con reddito oltre i 12.228 euro da novembre pagano 75 euro al mese anzichè 25). Per tagliare le spese del Comune è stato anche deciso di vietare le uscite didattiche con gli scuolabus nelle scuole cittadine.
Non meno complessa la situazione dei nidi. Da novembre la gran parte degli utenti ha subito aumenti superiori a 100 euro mensili.
Molte mamme e papà non possono far fronte a questi rincari nè fare a meno del servizio, pena la perdita del lavoro da parte di uno dei due genitori.
Da qui la mobilitazione e il ricorso la Tar seguito da genitori-avvocati che hanno messo a disposizione le proprie competenze gratuitamente.