Cari colleghi, è triste assistere ai continui assalti alla nostra categoria. Per citarne solo alcuni: la trasformazione del sistema pensionistico dal retributivo al contributivo; il divieto per legge di aumenti superiori all’inflazione programmata, con le retribuzioni sotto la media europea; l’eliminazione degli automatismi di anzianità; la riconversione professionale d’ufficio.
È stata poi introdotta la cassa integrazione e la licenziabilità per esubero; in senso aziendalista, il preside è stato trasformato in dirigente scolastico e al tempo stesso in «datore di lavoro», aprendo la strada alla chiamata diretta per le assunzioni prima approvata nella Legge 107/2015. Tutto ciò col placet delle organizzazioni sindacali e, purtroppo, anche la passiva accettazione dei diretti interessati.
E adesso, cosa ancor più grave, gli effetti di tale legge (la cosiddetta riforma della “buona scuola”) hanno valore retroattivo: infatti, per chi chiederà mobilità sia territoriale che professionale, o con mobilità forzata se sovrannumerari o perdenti posto, si perde la titolarità di cattedra e di sede. Per cui, anche se si è stati assunti prima dell’emanazione della legge, si cade in pieno nel girone infernale degli ambiti, con chiamata diretta dei DS e incarichi triennali. Proprio come i neoassunti in fase C, assunti proprio su organico di potenziamento. E non illudiamoci se questo è stato rinviato per quest’anno, e comunque non per tutti.
Il prossimo anno il problema si ripresenterà, e senza più eccezioni: qualunque tipo di mobilità condurrà alla titolarità su ambito, portando un docente con anche trent’anni di servizio di ruolo ad essere utilizzato per le supplenze e ad avere in quella scuola un incarico triennale (e poi si vedrà!). Non accettiamo più passivamente qualunque violazione dei nostri diritti, mentre altre categorie ben più protette reclamano a gran voce la difesa dei diritti acquisiti nel difendere inaccettabili privilegi. Referendum e vie legali.
Noi del gruppo Fb “Vecchi docenti di ruolo con vecchie regole” stiamo preparando un ricorso ad hoc per tutelare i diritti acquisiti dei docenti assunti in ruolo entro il 2014/15. Verranno presentati due atti difensivi, uno riguarderà tutti coloro che quest’anno presentano domanda di partecipazione alla mobilità, l’altro coloro che, quest’anno, non intendono partecipare alle operazioni di mobilità ma che, in ogni caso, vogliono tutelarsi rispetto alla nuova normativa prevista dalla legge 107 del 2015.
Può partecipare all’azione sia chi è soggetto alla mobilità forzata, che chi partecipa alla mobilità territoriale e a quella professionale. L’eventuale vittoria può essere fatta valere solo dai partecipanti al ricorso. I diritti acquisiti negli anni, oggi, possono essere mantenuti solo in caso di vittoria della causa contro l’irretroattivitità della legge 107.
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