Iniziativa legale della Federazione Gilda Unams contro il blocco del rinnovo contrattuale, per il recupero dello scatto di anzianità 2013 e in difesa del diritto sindacale alla contrattazione. Con un unico ricorso, al quale aderiscono circa 1400 insegnanti in 26 province, la Fgu porta in tribunale davanti al giudice del lavoro le questioni che finora hanno maggiormente danneggiato economicamente i docenti italiani.
“La nostra azione giudiziaria – spiega l’avvocato Tommaso De Grandis, responsabile dell’ufficio legale Fgu – verte su quattro importanti aspetti. Il primo riguarda il blocco del rinnovo contrattuale dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale a partire, però dal 29 luglio scorso, cioè dalla data in cui è stata depositata la sentenza. Il dispositivo della Consulta giustifica la non retroattività adducendo motivazioni di natura economica, ma la non efficacia della sentenza prima del 29 luglio rischia di creare forti disparità tra i docenti e, in generale, tra tutti i dipendenti del pubblico impiego”.
“Resta poi aperta la questione della progressione di carriera relativa al 2013 – prosegue De Grandis – che provoca lo scivolamento di un anno per tutti gli insegnanti. Secondo i nostri calcoli, basati soltanto sullo stipendio tabellare, la perdita va dai 3mila ai 17mila euro a seconda dell’anzianità di servizio, al netto delle prestazioni previdenziali e del trattamento di fine rapporto lavoro. A subire il danno maggiore sono i docenti più giovani. A ciò si aggiunge la sospensione dell’indennità di vacanza contrattuale, un istituto economico previsto dal contratto ma bloccato fino al 2018. E il ricorso della Fgu punta anche su questo”.
Tra i temi affrontati nell’iniziativa legale promossa dalla Federazione Gilda-Unams, anche la violazione del diritto dei sindacati alla contrattazione. “Secondo una norma ancora in vigore – argomenta De Grandis – le materie di natura economica costituiscono oggetto di contrattazione sindacale, ma le leggi varate dall’attuale governo hanno espropriato i sindacati di questa prerogativa, escludendoli dalla negoziazione riguardante i riconoscimenti economici”.