Sono trentacinque le città italiane – da Agrigento a Vicenza – protagoniste del progetto “Abitare il Paese – La cultura della domanda” realizzato dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e dalla Fondazione Reggio Children.
Come riportato da Il Sole 24 Ore, il tema centrale del progetto di quest’anno è “Attivare comunità educanti: nuove generazioni per un progetto di futuro”. Come è consuetudine degli ideatori del progetto, attivo dal 2018, sono i giovani gli attori protagonisti, chiamati ad acquisire le competenze utili per elaborare una visione originale e sostenibile del senso dell’abitare i territori. A partire dalla Scuola, vista come parte della più ampia comunità, per ideare e mettere a punto strategie per una città a misura di tutti.
Dai suoi esordi a oggi – continua il quotidiano economico – il progetto ha fatto registrare la partecipazione di circa 5000 studenti di oltre 200 scuole di diverso ordine e grado, insieme a centinaia di architetti tutor e insegnanti.
Come ricorda sul suo sito web la Fondazione Reggio Children – che nasce con lo scopo di migliorare la vita delle comunità nel mondo promuovendo i diritti dell’infanzia, a partire dal diritto all’educazione di qualità – uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite è proprio quello di rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili. I bambini e i ragazzi, cittadini presenti e futuri delle nostre comunità urbane, sono i primi a dovere essere coinvolti nella riflessione e nella ricerca, affinché nelle città nessuno si senta emarginato e non percepito come cittadino di quel luogo. Il punto di vista dei più giovani è essenziale per la ricerca di un senso da dare alla città, luogo del cuore e del quotidiano, delle relazioni e degli incontri.
Nelle scuole che partecipano all’iniziativa, i bambini e i ragazzi, dai 3 ai 18 anni, si interrogheranno sulle strade da seguire per realizzare città del futuro vivibili e accoglienti, aiutati da docenti tutor e da architetti: passeggiate guidate in città, analisi ragionate dei quartieri, osservazione degli spazi, il tutto propedeutico alla realizzazione di mappe, disegni, video e servizi fotografici, progetti.
Come dichiarato al Sole 24 Ore da Carla Rinaldi – pedagogista e presidente di Fondazione Reggio Children – con l’aiuto dei docenti e degli architetti, i ragazzi hanno riscoperto e risignificato luoghi delle città, a volte riuscendo concretamente a lasciarvi il proprio segno e a trasformarli. E così hanno riaffermato anche una comune appartenenza e la propria identità di cittadini.
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