C’è una sentenza, secondo Italia Oggi, che, se trovasse seguito da parte di altri giudici, potrebbe infatti avere importanti conseguenze nella vita dei precari. E’ quella emessa dalla Corte di Appello di Trieste, Collegio lavoro, la n. 374 del 17 settembre che ha dato ragione a una docente precaria immessa in ruolo nel 2008, che aveva chiesto la ricostruzione per intero della sua lunga carriera di precaria, iniziata nel 1980, impugnando il decreto che le aveva riconosciuto solo 20 anni su 28.
La suddetta sentenza, confermando quanto sostenuto dal Giudice del lavoro di Udine, ha sostenuto che il personale non di ruolo della scuola ha diritto al riconoscimento, sia ai fini giuridici sia a quelli economici, di tutti i periodi di servizio prestati in esecuzione dei contratti di durata annuale o fino al 30 giugno.
In sostanza salterebbe la regola che debba essere valutato solo il servizio pregresso di 4 anni e i due terzi di eventuali (ma non tanto, vista la lunga durata del precariato in Italia) anni di incarico.
Da ciò discende un importante corollario: superato l’anno di prova, la ricostruzione di carriera del docente dovrà tenere conto di tutti i servizi prestati da supplente con incarico annuale, senza decurtazioni di periodi prestati.
Risultato: la precaria ha ottenuto il riconoscimento del servizio con conseguente attribuzione anticipata dei gradoni stipendiali e la liquidazione degli arretrati.
E’ un importante precedente cui i neoimmessi in ruolo devono guardare con molta, molta speranza.