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Ridare credibilità alla scuola pubblica

La centralità della scuola e la necessità del suo rinnovamento sono temi ricorrenti: sono enunciati in forma generica, privi della necessaria visione strategica, inquadrati in ambienti vetusti, senza riferimenti normativi.

Due sono le problematiche che per le singole scuole sono fondamentali: il COSA e il COME.

Lo Stato definisce il COSA.

Si consideri, a titolo esemplificativo, la disposizione sull’autonomia scolastica che “si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti.. “.

Le scuole hanno la responsabilità del COME: devono individuare, elaborare, applicare e monitorare ipotesi. E’ richiesta una trasformazione profonda. La tradizionale finalità formativa/educativa, che consisteva nella trasmissione del sapere, è sostituita dalla progettazione, che trasla l’istituzione in ambito sperimentale.

Progettazione che si colloca su tre livelli. Il primo (formativo) riguarda il rapporto scuola-società; il secondo (educativo) individua e persegue le qualità intellettive e operative che sono a fondamento delle mete formative; il terzo (istruzione) identifica, nelle diverse materie, le parti utili per progettare percorsi d’apprendimento, coordinati.

Ne derivano due funzioni, vitali per le scuole: l’adesione alle norme e l’elaborazione. Funzioni riconosciute e distinte dal legislatore [CFR. Dlgs. 150/2009 art. 37], la cui voce non è stata ascoltata: una sordità che ha generato l’attuale crisi della scuola.

L’Invalsi, se la legge non fosse stata trasgredita, avrebbe assunto una funzione chiave, integrata nel lavoro delle singole scuole. Avrebbe posto gli obiettivi educativi e quelli formativi, localmente scelti, a fondamento dei test.

Enrico Maranzana

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