I lettori ci scrivono

Ridisegnare la scuola in un’Italia nuova

Scuola-imprese-sanità sono i filoni che il Partito Democratico ha attivato (Facebook) per disegnare un’Italia nuova. Spicca, tra i problemi formativi enunciati, l’indolenza del 22% dei ragazzi d’età compresa tra i 15 e i 22 anni: i neet acronimo di Not in Education, Employment and Training.

Nel primo incontro è stato criticato il modello di scuola delle tre I (inglese, impresa, informatica) che ha orientato la politica nazionale degli ultimi quindici anni e rappresenta la linfa della legge 107/2015; infatti, il filo conduttore dei percorsi formativi non deve essere la produttività ma la cultura, le potenzialità individuali, l’integrazione nel tessuto sociale.
Sulla premessa, però, non è stata costruita un’efficace linea di condotta.

Due sono i muri da abbattere: l’assenza della cultura dell’organizzazione e l’unidirezionalità della comunicazione formativa.
L’applicazione della legge consente di superare il primo impedimento.
La struttura decisionale delle scuole è stata disegnata nel 1974: è sufficiente passare in rassegna le convocazioni degli organismi collegiali per constatare le sistematiche elusioni e le costanti omissioni delle norme.

Il legislatore, in conformità alla dottrina, aveva abbattuto la complessità del problema educativo scomponendolo: la formazione era ed è il traguardo istituzionale; essa trova la sua definizione nel piano triennale che enuncia i risultati attesi (competenze). Da questo prende avvio la programmazione dell’azione educativa, cui segue il coordinamento degli insegnamenti, da adattare alle caratteristiche degli interlocutori.

Per introdurre la questione educativa e la motivazione all’apprendere si richiama la bipartizione del Miur che ha riconosciuto la diversità della mission della scuola da quella delle università.
Un intervento alla cui origine è da collocare il significato di cultura. Si tratta di una questione variegata la cui connotazione varia al variare della dimensione temporale.

In un ambiente imprevedibile, dinamico e complesso la strategia pluriennale deve coinvolgere i giovani valorizzando il loro vissuto. La didattica da discendente, tipica dei rapporti medico-paziente, deve trasformarsi in ascendente, per capitalizzare le loro esperienze significative.

Un esempio rende comprensibile il cammino da intraprendere: in rete “Laboratorio di matematica: Pitagora”.

Enrico Maranzana

I lettori ci scrivono

Articoli recenti

Fiera Didacta 2025, Calzone e Borri (Indire): “ecco come procede ‘Platone AI’ nelle scuole: numeri e risultati incoraggianti”

Presente a Fiera Didacta Italia 2025, alla Fortezza da Basso, a Firenze, i ricercatori Indire…

13/03/2025

Mobilità 2025/2026: docenti che usufruiscono delle deroghe riguardanti il vincolo triennale e relativa dichiarazione

Con la pubblicazione dell’O.M. 36 si è dato il via alla procedura per la mobilità…

13/03/2025

Mobilità 2025/26, avendo due abilitazioni si può chiedere il passaggio di ruolo per entrambe? Risponde l’esperto

Da questa settimana, dopo la firma del CCNI mobilità dello scorso 29 gennaio e la…

13/03/2025

Mobilità 2025/26, allegato D: è possibile elencare le scuole del pre-ruolo indicando solo il codice meccanografico?

Da questa settimana, dopo la firma del CCNI mobilità dello scorso 29 gennaio e la…

13/03/2025

Fiera Didacta 2025, Mangione (Indire): “A chi si rivolgono i patti educativi? Cosa fa l’Osservatorio?”

Presente a Fiera Didacta Italia 2025, alla Fortezza da Basso, a Firenze, la responsabile dell'Osservatorio…

13/03/2025

Organici personale ATA, informativa al Ministero: taglio di 2.174 posti dal 2026/2027

Nel pomeriggio di martedì 11 marzo, il Ministero ha informato i sindacati su due decreti…

13/03/2025