Personale

Organico docenti: il taglio dal 2026 tiene conto dei flussi migratori?

Mentre le parti politiche, in accordo con quelle sindacali, predispongono gli emendamenti al decreto legge 36, attualmente in discussione al Parlamento, in vista della conversione in legge, sul dossier che accompagna il decreto compaiono alcune preoccupazioni in relazione agli aspetti tecnici e di contabilità.

Tra queste preoccupazioni salta all’occhio quella relativa alla necessità di legare le previsioni di riduzione dell’organico all’andamento non solo della denatalità, ma anche dei flussi migratori.

In altre parole, laddove il Governo e il ministero dell’Istruzione immaginano che a partire dal 2026 il calo degli organici, con un tasso di cessazione dal servizio di circa 2mila docenti all’anno, possa produrre un risparmio per lo Stato da reinvestire nella formazione, d’altra parte il dossier precisa che si tratterebbe di una sorta di scommessa e che c’è il rischio di trovarsi, nelle classi, con meno docenti del necessario, a rinnovare la criticità delle classi pollaio.

Ed è qualcosa che ha del paradossale se pensiamo che il Governo scommette contro se stesso, in quanto i tagli agli organici contano sul fallimento delle politiche pro-natalità, sulle quali si starebbe investendo con i fondi del Pnrr.

Si legge sul dossier: Andrebbero richieste rassicurazioni circa la sostenibilità delle riduzioni dei posti previsti in organico di diritto per ogni annualità 2026/2031 con le norme in esame, alla luce dei fabbisogni didattici che si prevedono nel prossimo decennio. Sul punto, si segnala che l’articolo 17, comma 7, ultimo periodo, della legge di contabilità, prevede espressamente che per le disposizioni concernenti il comparto scuola, le RT debbano essere complete delle ipotesi demografiche e dei flussi migratori assunti per l’elaborazione delle previsioni della popolazione scolastica, nonché di ogni altro elemento utile per la verifica delle quantificazioni. Ciò, evidentemente, a ragione della “inderogabilità” del servizio scolastico e delle note conseguenze che ne derivano alla gestione del relativo personale (organico “aperto”).

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Sul tema dei tagli, è intervenuto di recente anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, a precisare che fino al 2026 la scuola conterà sugli organici attuali, senza riduzioni: “Il decreto non fa tagli – spiega il Ministro Bianchi – sulla scuola abbiamo investito e continueremo a farlo. Fino al 2026 l’organico rimarrà inalterato e impiegato anche per ridurre la numerosità delle classi. Le risorse che si libereranno dopo, a causa del drammatico tasso di denatalità, saranno reinvestite nel settore. Incrementeremo con un emendamento le risorse del Fondo per l’incentivo alla formazione”.

Carla Virzì

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