Pittoni, responsabile scuola della Lega, dice che la Buona Scuola “voluta dal Pd di Renzi, Gentiloni e Fedeli, ha di fatto abolito la bocciatura se non in casi assolutamente eccezionali” e quindi ha privato gli insegnanti degli strumenti per gestire gli alunni. Insomma non si boccia e perciò ci sarebbe il bullismo degli alunni nei confronti dei professori.
La stessa ministra Fedeli incoraggia invece la bocciatura in questi casi (vedi ultime sue dichiarazioni).
Magari qualcuno chiederà tra poco di rispolverare il decreto regio che espelleva gli alunni insubordinati da tutte le scuole del regno.
Sono analisi superficiali che non tengono conto della vera e propria emergenza educativa che si è prodotta nella nostra società. Con il troppo permissivismo da parte dei genitori nei confronti dei figli, si sta creando una società senza regole dove si contesta chiunque leda la propria soddisfazione personale (è stata chiamata società del narcisismo).
La scuola è rimasta sola nell’immane compito di educare, di esigere il rispetto delle regole, di imporre una morale del dovere prima dei diritti. Ma non è con un improbabile ritorno alla scuola autoritaria di una volta, classista, la scuola che boccia, che si risolve il problema. Occorre prima di tutto rieducare i genitori a fare i genitori e non gli amici dei loro figli.
Il Ministero dell’Istruzione si dovrebbe far promotore di corsi per genitori.
Si dovrebbero riportare a scuola i genitori e rieducarli, solo così può darsi che ripristiniamo l’alleanza rotta tra genitori e scuola e si comincia a capire che l’obbiettivo dell’educare è un fine comune di entrambi.
Eugenio Tipaldi
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