Il rientro in classe degli studenti delle superiori non sarà lo stesso per tutte le Regioni: lo si è compreso nella serata di lunedì 4 gennaio, dopo che i primi governatori (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Marche) hanno ufficializzato che faranno proseguire la DaD nelle scuole secondarie di secondo grado dei loro territori almeno per tutto il mese di gennaio. Preso atto di questo, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e tutto il M5S hanno deciso di uscire allo scoperto: inviando un messaggio proprio alle Giunte regionali “ribelli”.
“Le Regioni riflettano bene sulle conseguenze per studenti e famiglie” che dovranno continuare a fare la DaD, ha detto all’agenzia Ansa la ministra Lucia Azzolina commentando la decisione di alcune Regioni di aggirare l’intesa firmata pochi giorni fa con Governo, Province e Comuni.
“Il Governo – ha continuato Azzolina – ha mantenuto gli impegni, i tavoli guidati dai Prefetti hanno prodotto piani operativi in tutte le Province, lavorando sul potenziamento dei trasporti e sullo scaglionamento degli orari di scuole e altre attività. Ognuno faccia la propria parte”.
Sulla stessa lunghezza d’onda della ministra si era posizionata nella stessa giornata la senatrice Bianca Laura Granato, capogruppo del M5S nella Commissione Istruzione e Cultura.
“Dopo 8 mesi dal primo lockdown e infiniti accordi in conferenza stato-regione, l’ultimo dei quali solo il 23 dicembre, un coordinamento tra tutti gli attori gestito tramite le prefetture dal ministro Lamorgese, 300 mln +150 mln dati per il Trasporto Pubblico Locale, poteri commissariali a sindaci e presidenti di provincia, sentire ancora parlare di ipotesi di rinvio è veramente inconcepibile”, ha scritto la grillina.
“Nell’ultima conferenza stato regioni del 23 dicembre scorso – ha continuato – i Presidenti di Regione avevano assunto precisi impegni sui tracciamenti dei contagi, ottenuto poteri commissariali e altri soldi per il trasporto pubblico locale”.
“La programmazione – prosegue la senatrice – serviva proprio a contrastare le previsioni dell’impennata dei contagi con misure che avrebbero non solo dovuto garantire la riapertura ma anche la continuità della didattica in presenza. Invece l’operazione portata avanti dai presidenti di regione è stata quella di dire sì a soldi in più, sì all’attivazione dei tracciamenti e a poteri straordinari per poi aspettare passivamente sulla riva del fiume l’impennata dei contagi per chiedere di rinviare nuovamente l’apertura”.
Anche gli altri esponenti del M5S in commissione Istruzione al Senato danno manforte ad Azzolina: “Continuare a tergiversare sulla data di riapertura degli istituti scolastici, procrastinando il rientro dei nostri studenti, come stanno facendo molti presidenti di Regione, dopo accordi ben precisi sui tracciamenti e sul TPL assunti a dicembre non è più accettabile. Lo scorso 23 dicembre sono stati presi degli accordi tra il governo e le regioni, messi nero su bianco, che devono essere rispettati”.
“A maggior ragione – continuano i pentastellati – per il fatto che i dati dell’Istituto Superiore di Sanità ci dicono che frequentare gli ambienti scolastici non rappresenta un amplificatore dei contagi, e che se si seguono regole rigorose come da mesi la comunità scolastica sta facendo, la riapertura non solo è possibile ma è doverosa”.
“A questo punto – concludono dal M5S – ciascuno si assuma le proprie responsabilità. I presidenti di regione dicano chiaramente ai loro elettori cosa hanno fatto fino ad oggi per garantire agli studenti del proprio territorio il diritto costituzionale allo studio e all’istruzione. La didattica a distanza e la didattica integrata possono accompagnare quella in presenza, ma non più sostituirla. Non si perda altro tempo”.
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