Mentre la riapertura degli istituti scolastici è alle porte gli annosi problemi del sistema scolastico sono tutt’altro che risolti. Tra l’alto numero di docenti precari, le misure anti Covid da adottare, la mancanza di personale nonostante i concorsi svolti e le sempre più frequenti promesse elettorali dei vari esponenti politici sull’istruzione in vista delle elezioni del 25 settembre prossimo il rientro a scuola si appresta ad essere più incerto che mai, come riportato da La Repubblica.
Secondo i sindacati i docenti precari che saranno in cattedra a settembre saranno circa 150mila. Sono molti i supplenti che in questo periodo dell’anno aspettano con ansia di essere collocati nelle varie scuole. La maggior parte dei posti non di ruolo, due terzi, sono sul sostegno.
A pagare le conseguenze di tutto ciò sono quindi molti alunni con disabilità, che si trovano così a non avere una figura di riferimento nel corpo docenti a lungo termine e dotata di adeguata preparazione.
Altro tasto dolente: le cattedre vuote. Nonostante i cinque concorsi avviati dal 2020, dall’infanzia alle superiori, ordinari e straordinari, dedicati alle materie scientifiche, su 94.130 posti autorizzati dal Mef, meno del 50% sarà coperto. Sono molti i fattori che hanno causato questa situazione: alto tasso di bocciature con le selezioni a quiz, cattedre scoperte al Nord e domanda che non si incrocia con l’offerta degli aspiranti docenti, soprattutto del Sud, graduatorie esaurite nelle discipline scientifiche e non solo.
Scorrendo quelle aggiornate al 25 luglio si scopre che per insegnare italiano, storia e geografia alle medie in Calabria sono rimasti 76 posti vuoti, 125 in Campania; per scienze e tecnologie elettriche 98 posti in Lombardia, 51 in Emilia-Romagna. E ancora: 162 cattedre vacanti in Scienze matematiche applicate. Numeri più alti sul sostegno: 4.479 posti vuoti alla primaria. Ci sono Regioni come il Piemonte dove è stato coperto solo il 37% dei posti alla secondaria (2.185 su 5.771) e appena il 3% sul sostegno, dall’infanzia alle superiori (11 nomine per 3.477 cattedre).
Sono oltre 20 i miliardi destinati alle scuole tra fondi Pnrr e aiuti per la pandemia. Persiste però il problema dell’errata gestione delle risorse, verificatasi in molti casi. Così Antonello Giannelli, presidente dell’Anp: “Il problema prioritario è l’assenza di personale tecnico e amministrativo, per numero e competenze, per darci capacità di spesa rispetto alle risorse”.
Bisogna capire, per usare bene queste risorse, cosa davvero serve agli istituti. Come riporta la Repubblica un esempio è il caso di Bianca Maria Tagliaferri, dirigente dell’Alberghiero di Assisi, che ha ricevuto più di 200mila euro per la lotta alla dispersione scolastica. Ma, prima di fare ciò, occorrerebbe far funzionare i laboratori e i macchinari in cucina: “Serve una normativa che ci permetta di usare i fondi per le reali esigenze”, ha concluso Giannelli.
Come se non bastasse c’è inquietudine nell’aria in attesa della formazione del nuovo Governo, dopo l’approvazione del DL Aiuti, la futura nascita del ‘docente esperto‘ e le recenti riforme sul reclutamento dei docenti.
In più, proprio in questo periodo, i docenti sono bersaglio di molte promesse elettorali, come ha sottolineato con amarezza Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola: “Si parte con il personale esacerbato, il clima è tra i peggiori. I docenti sono stufi di essere oggetto di una campagna elettorale dove si promette di tutto, come nel film di Cetto La Qualunque: la scuola interessa davvero a questo Paese?”.
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