Cosa succederà dopo il Decreto Natale? Ricordiamo che il Decreto Natale fissa le sue misure tra il 24 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021, rendendo l’Italia zona rossa nei giorni festivi e prefestivi e zona arancione negli altri giorni.
Scenario arancione
Il 7 gennaio, dunque, si ritorna a scuola? I tavoli dei prefetti lavorano in questa direzione per tutti gli studenti, anche per i ragazzi delle scuole superiori, operando sul fonrte degli scaglionamenti orari dell’ingresso a scuola e sul fronte trasporti, per aumentare le corse e le disponibilità di mezzi.
Anche la Ministra Azzolina, da sempre, agisce e fa le sue dichiarazioni come se a questa opzione del rientro in classe in presenza non ci fosse alcuna alternativa. Nella lettera di Natale, ad esempio, ha dichiarato: La Scuola è la casa del futuro e se chiudiamo le scuole, perdiamo di vista anche il nostro domani.
Un entusiasmo che arriva da più fronti e coinvolge molti uffici scolastici regionali. Bussetti, l’ex Ministro dell’Istruzione, ora Dirigente dell’Ufficio scolastico di Milano, ha sostenuto: “Dal 7 gennaio, entro le ore 8 faranno il loro ingresso a scuola fino al 50% degli studenti totali. Dopo le 9.30, i restanti fino a raggiungere la percentuale del 75% della popolazione studentesca, come indicato dal Ministero dell’Istruzione. Di fronte alle emergenze, non esiste che una risposta: agire subito, insieme“.
Ma è davvero così? Il rientro a scuola dei ragazzi delle superiori e delle classi seconde e terze di scuola secondaria di primo grado è certo?
Dipenderà dalla prudenza che gli italiani dimostreranno nel corso delle feste natalizie e dall’andamento della curva dei contagi, legata, temiamo, anche al nuovo ceppo del Coronavirus, che a quanto pare mostra, se non una maggiore aggressività, quanto meno una maggiore velocità di contagio. L’indice Rt, insomma, potrebbe tornare a crescere in tempi piuttosto veloci, compromettendo i piani della Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
Scenario rosso
Qualora così fosse, quindi in presenza di un aumento dell’Rt, molte regioni d’Italia potrebbero tornare a essere dichiarate zona rossa con ordinanza del Ministero della Salute. In questo caso si tornerebbe a praticare probabilmente la didattica a distanza per le scuole superiori e per le prime e seconde medie.
Un alleggerimento delle misure restrittive potrebbe riguardare le ultime classi, che dovranno sostenere esami conclusivi di ciclo. In altre parole, qualora venisse comunque consentita, anche in zona rossa, una percentuale di didattica in presenza (si parla del 50%, come riferiamo in un altro articolo) per le scuole superiori, questa potrebbe coinvolgere probabilmente i ragazzi di quinta.