Sul ritorno a scuola sempre più imminente, è intervenuta con una lunga riflessione su ‘Huffington post’ Lucia Azzolina. Tanti i temi toccati dall’ex ministra che ha analizzato passo dopo passo, gli aspetti critici che riguardano la riapertura delle scuole. E non sono mancati i confronti con lo scorso anno, quando al dicastero dell’istruzione c’era l’onorevole siciliana.
Azzolina parte dal green pass che avrebbe spostato l’attenzione da alcuni temi ma che presenta alcune contraddizioni. Gli istituti tecnici superiori e gli Iefp (istruzione e formazione professionale) sono esclusi dall’applicazione del certificato verde, mentre anche altre figure che orbitano nel mondo della scuola come operatori delle mense, assistenti all’autonomia e alla comunicazione e di supporto ad alunne ed alunni con disabilità non sono dipendenti del ministero dell’istruzione e non possono esservi differenze di trattamento.
Peraltro i dirigenti scolastici “sono gravati dalla responsabilità di controlli e non hanno ancora indicazioni attuative chiare e specifiche”. Il tutto quando fra pochi giorni migliaia di scuole avvieranno le attività in una vacatio normativa che il Parlamento potrà sanare intervenendo sul testo solo nella prima metà di settembre.
Conclusione: il decreto va modificato. Chiara dunque la posizione dell’ex ministra che valuta il green pass come uno strumento non risolutivo. Anche perchè il docente vaccinato non impedirebbe le chiusure e le quarantene in caso di studente positivo, facendo riemergere per le famiglie la frustrazione della Dad.
Misure anti-Covid
Azzolina scrive poi della regola del distanziamento interpersonale che cancella il famoso metro di distanza, riducendo il tutto a una mera raccomandazione solo per la scuola, punto cardine invece dell’estate 2020.
Sullo screening, la pentastellata parla di vera e propria confusione, visto che nel Piano Scuola si scrive che “non appare necessario effettuare test diagnostici o screening preliminari all’accesso a scuola” ma nel decreto si stanziano risorse per farli. “La scorsa estate si chiese al ministero dell’istruzione di inventare un metodo di raccolta e analisi dei dati, fu fatto, anche se non dovuto. Quel sistema è stato smantellato, è stato elaborato oggi uno migliore?”.
Classi pollaio e trasporti
Sulle classi pollaio l’ex titolare del dicastero dell’istruzione ricorda che per effetto della legge Gelmini, non è possibile ridurre il numero di alunni per classe e non c’è più per i docenti il cosiddetto organico Covid come un anno fa con migliaia di persone che entro il 31 dicembre non avranno più un lavoro.
Infine sui trasporti, le perplessità di Azzolina riguardano la capienza portata all’80% come l’anno scorso, ma si chiede se in caso di recrudescenza del virus non si torni al 50% (come un anno fa) rischiando di creare ancora disagi agli studenti delle superiori.