“È chiaro che se in questo momento sale la curva dei contagi non può essere colpa delle scuole superiori, visto che sono chiuse da due mesi.” Una battuta al vetriolo quella della Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che risponde in un’intervista al Fatto Quotidiano alle critiche che gli piovono addosso dai sindacati in queste ore, i quali spingono per un rinvio dell’apertura almeno al 18 gennaio.
Un rinvio sul quale la Ministra dissente e ha sempre dissentito: “Confermo la volontà del governo di riaprire,” afferma la titolare di Viale Trastevere. “Avremmo voluto farlo a dicembre, ma abbiamo rimandato su richiesta delle Regioni. Poi avremmo voluto tornare al 75% e invece abbiamo accolto il suggerimento del 50%. Abbiamo collaborato: ora è arrivato il tempo di tornare in classe. La scuola è un servizio pubblico essenziale, non si può continuare a sacrificare i ragazzi né pensare che la didattica a distanza possa sostituire quella in presenza.”
E continua: “La scuola ha fatto la sua parte. Se dovessero servire nuove misure di contenimento, ora bisognerebbe cercarle in altri settori.”
“Il 23 dicembre è stata approvata e firmata all’unanimità l’intesa che la chiusura delle superiori fosse da ora in poi l’ultima alternativa. Parliamo di impegni nero su bianco, a partire dal potenziamento del tracciamento nelle scuole. Se si prende un impegno di fronte all’intero governo, mi aspetto che poi sia rispettato.”
E parla di resa dei conti: “Se a gennaio si dovesse fallire, di chi sarà la colpa?Partiamo dal presupposto che si può fare sempre meglio. Intanto, però, è stato fatto di tutto: a settembre e ottobre le scuole erano aperte, la curva dei contagi era salita e c’è stato bisogno di alleggerire il peso sui trasporti quindi siamo andati progressivamente in Dad con gli studenti più grandi. Da allora tutti hanno lavorato: i prefetti si sono impegnati sui territori a gestire i flussi, il loro coinvolgimento è stato fondamentale. Lo stesso vale per il ministero dei Trasporti e per le Regioni, fino a qualche giorno fa. Dunque, la colpa? A questo punto direi che cercare un colpevole non ha senso. Pensare che la responsabilità della scuola appartenga al singolo è sbagliato: la scuola è di tutti. Il Paese tutto deve prendere consapevolezza che per farla andare bene ciascuno di noi deve impegnarsi, anche semplicemente rispettando le regole.
E si oppone al balletto delle date, tra il 7 gennaio e il 18 gennaio: “Ogni volta che sta per arrivare la scadenza stabilita, c’è qualcuno che lancia la palla più lontano, senza ragionevoli motivazioni. E non mi si dica di guardare quello che ruota attorno alla scuola. Con le scuole chiuse gli studenti non stanno a casa h24: tanto vale che stiano a scuola, un luogo protetto e con regole da rispettare.”
Quanto al contact tracing nelle scuole, afferma: “È uno degli impegni messi nero su bianco. Il valore aggiunto sarà l’emersione di eventuali asintomatici. Nei casi monitorati a settembre e ottobre si è scoperto spesso che il resto della classe attorno a un positivo non si era contagiato.
Sui vaccini la Ministra dà ragione a chi ha fatto le scelte circa le categorie prioritarie: “I nonni, il personale sanitario e le persone fragili hanno la precedenza. Salvare vite è prioritario. Poi si passerà al personale scolastico, è già previsto nel piano vaccinale.
Chiude sulla possibile crisi di Governo: “Le famiglie e gli studenti hanno bisogno di sicurezze,” afferma. “E le incombenze al ministero non possono essere sospese o rimandate.”
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