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Rientro a scuola, come fare se una persona è sintomatica? Ecco cosa dice il protocollo di sicurezza

Come gestire una persona sintomatica a scuola, laddove si individuino sintomi come tosse o febbre? E’ bene fornire qualche chiarimento, in attesa che l’Istituto superiore di Sanità metta a punto e dirami l’ennesimo protocollo, stavolta specifico proprio per il trattamento di simili soggetti e situazioni all’interno delle mura scolastiche. 

La fake news

Perché l’esigenza di chiarire ancora una volta? Perché nelle ultime ore una fake news ha gettato nel panico i social media pretendendo di affermare che qualora un alunno presenti dei sintomi da Coronavirus, verrebbe prelevato dalle autorità sanitarie e allontanato da scuola e dalla famiglia. Non varrebbe la pena neanche puntualizzarlo, ma lo facciamo: non è così, trattasi di fake news.

Lo afferma l’Istituto Superiore di Sanità in un comunicato, in cui invece precisa che “è la figura del genitore che è chiamata a gestire tutti i percorsi”; “in particolare sono da considerare fake news tutte quelle notizie che riportano che l’alunno o lo studente possano venire affidati all’autorità sanitaria.”

Il protocollo di sicurezza

Dove sta la verità? Il protocollo di sicurezza in merito è molto chiaro e ne riportiamo uno stralcio in riferimento al punto 7, denominato: Disposizioni relative alla gestione di una persona sintomatica all’interno dell’istituto scolastico.

Il documento recita: Nel caso in cui una persona presente nella scuola sviluppi febbre e/o sintomi di infezione respiratoria quali la tosse, si dovrà procedere al suo isolamento in base alle disposizioni dell’autorità sanitaria contenute nel Documento tecnico, aggiornamento del 22 giugno u.s., alla sezione “Misure di controllo territoriale”.

Si parla genericamente di isolamento, dunque. L’alunno verrà isolato e dotato di mascherina. Eccole, le misure di controllo territoriale. Riguardo all’isolamento, in altri articoli abbiamo già fatto riferimento all’opportunità che le scuole si dotino di una o più aule Covid che possano accogliere gli alunni sintomatici in attesa che i genitori li prelevino per riportarli casa, come da suggerimento, anche, dell’Associazione Nazionale Presidi nell’utile Vademecum contenente l’onerosa lista di compiti per i presidi.

Ma l’isolamento non comporta che i genitori non possano andare a prendere i figli a scuola. Tutt’altro.

Continua il protocollo di sicurezza: La persona interessata dovrà essere immediatamente isolata e dotata di mascherina chirurgica, e si dovrà provvedere al ritorno, quanto prima possibile, al proprio domicilio, per poi seguire il percorso già previsto dalla norma vigente per la gestione di qualsiasi caso sospetto. A seguire, davanti a un caso che dovesse essere confermato, sarebbe il competente Dipartimento Territoriale di Prevenzione a definire eventuale quarantena e successivo rientro a scuola.

Il referente per l’ambito scolastico

Particolarmente interessante nel protocollo di sicurezza è il riferimento a una figura innovativa, di raccordo tra la scuola (e quindi i Dirigenti Scolastici) e il relativo Dipartimento territoriale di Prevenzione. Questa figura di raccordo, detta referente per l’ambito scolastico, avrà il compito di monitorare le persone con cui l’eventuale caso Covid conclamato fosse entrato in contatto, così da provvedere a un’efficace attività di Contact tracing (tracciamento) che possa permettere di risalire ad altri casi sospetti per evitare un’ulteriore diffusione del contagio.

Nulla che non sia di buon senso, dunque. Siamo ben lontani dagli allarmismi delle fake news. Si intende semplicemente garantire il principio dell’allerta precoce.

Sulla gestione dell’alunno con sintomi da Coronavirus abbiamo anche scritto in:

Ad ogni modo, attendiamo ulteriori chiarimenti da parte dell’ISS. E intanto ci interroghiamo: le scuole sono già state messe in contatto con queste figure di raccordo? Queste persone sono già state cooptate e formate? Il protocollo secondo cui dovranno muoversi per garantire l’allerta precoce è già chiaramente delineato? Insomma, siamo pronti per quello che ci aspetta? Il raccordo tra sistema scolastico e sistema sanitario nazionale è sufficientemente saldo per far fronte al contesto emergenziale?

Siamo fiduciosi e intanto restiamo in attesa di nuovi protocolli e linee guida, che siamo certi non mancheranno.

Carla Virzì

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