Mentre in Italia si discute ancora sull’opportunità o meno di fare riprendere le lezioni in presenza nelle scuole superiori il 7 gennaio per via dei contagi da Covid ancora possibili, dalla Commissione europea arriva un monito a proseguire non solo con la DaD ma anche a prolungarla oltre quella data.
L’invito è contenuto nella bozza delle Linee Guida predisposte dalla stessa Commissione Ue sulle misure anti-Covid da attuare in vista delle festività natalizie: nel testo praticamente definitivo, visionato dall’Ansa e che sarà presentato mercoledì 2 dicembre, si legge che “al fine di ridurre i rischi di trasmissione nel periodo che segue la stagione delle festività”, si invita a “valutare di allungare le vacanze scolastiche”.
In alternativa all’allungamento dello stop natalizio e di fine-inizio nuovo anno, sempre la Commissione europea auspica “un periodo di apprendimento a distanza, in modo da introdurre un periodo ‘cuscinetto’ ed evitare la diffusione dei contagi a scuola”, dopo le feste passate a casa.
Secondo la Commissione, dunque, “sarà importante” che le autorità comunichino “la data del rientro a scuola con anticipo”, chiedendo a educatori e famiglie con bambini di tornare a casa per tempo ed evitando così di trasformare la scuola in una fonte di contagio che potrebbe contribuire ad una terza ondata.
Insomma, da Bruxelles non sembrano affatto convinti che il Covid-19 possa essere vinto, temono evidentemente una terza ondata. E l’attuale costante calo dei contagi della seconda ondata non deve illudere.
A rafforzare questa tesi è anche una pubblicazione del Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie, elaborata con modelli matematici sulla base dell’attuale situazione epidemiologica, da cui risulta che se i governi revocassero le restrizioni il 7 dicembre, la curva dei ricoveri tornerebbe a salire già il 24 dicembre.
Se invece si attendesse fino al 21 dicembre, i nuovi picchi si vedrebbero a inizio gennaio. Per questo anche le riunioni in famiglia, che tradizionalmente si radunano attorno al tavolo di Natale, dovranno continuare ad essere limitate.
Questo significa che i luoghi più a rischio assembramento, soprattutto per via delle condizioni poco sicure per raggiungerli, sarebbe meglio continuare a tenerli chiusi al pubblico. Scuola compresa, soprattutto quindi quella superiore.
Per i gradi inferiori, inoltre, ci sono le prese di posizione sempre più rassicuranti dei pediatri, secondo i quali la scuola del primo ciclo non è un luogo dove il virus si trasmette con facilità.
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