Il premier Giuseppe Conte
La Commissione europea ufficializza la sua posizione contro i paesi membri che intendono far tornare gli studenti a scuola con troppa celerità: l’emergenza Covid, sostiene la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, è tutt’altro che superata e non bisogna abbassare la guardia, quindi sarebbe il caso di allungare di almeno una settimana le festività natalizie. O proseguire, per lo stesso periodo, con la didattica a distanza. In modo, così, da ridurre i rischi di ritorno del contagio da Covid-19.
Al fine di ridurre i rischi di trasmissione nel periodo che segue le festività”, la rappresentante della Commissione Ue chiede dunque di “valutare di allungare le vacanze scolastiche” o di ricorrere a “un periodo di apprendimento on-line, in modo da introdurre un periodo cuscinetto ed evitare la diffusione dei contagi a scuola”.
Sempre la commissaria Ue chiede “di valutare di non permettere assembramenti” e di “considerare di evitare cerimonie religiose con grossi assembramenti, sostituendole con iniziative online, in tv o radio”.
Via libera, quindi, al periodo ‘cuscinetto’ per evitare la terza ondata di contagi: una richiesta che però in Italia il premier Giuseppe Conte non sembra volere seguire. Anche perchè confortato dalla posizione pro-ritorno a scuola del Comitato tecnico scientifico, capitanato da Agostino Miozzo che nella stessa giornata ha espresso la posizione in audizione ai componenti delle VII commissioni delle Camere.
Una posizione avallata, seppure in questi giorni con meno vigore, pure dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina: qualche giorno fa la titolare del MI ha anche chiesto l’intervento dei prefetti, perchè gestiscano il problema dell’affollamento dei mezzi di trasporto utilizzati dagli studenti per andare a scuola.
Nel nuovo Dpcm potrebbe quindi essere inserita, al fotofinish, l’indicazione che apre al rientro in classe degli studenti delle superiori a partire dal 14 dicembre: a rientrare per primi sarebbero gli studenti delle quinte classi.
Ci sono tuttavia da vincere le forti perplessità del Partito democratico e di LeU, fortemente ancorato sulla linea più attendista del ministro della Salute Roberto Speranza.
Così, a poche ore dall’approvazione del Dpcm in vigore dal 4 dicembre, il provvedimento su quando in Italia riprenderà la didattica in presenza per oltre due milioni e mezzo di alunni delle superiori rimane ancora in bilico. A breve ne sapremo di più.
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