Forse mai come stavolta, il ritorno scuola si prevede difficile: l’alto numero di contagi non risparmierà insegnanti e personale, tanto il presidente dell’Anp Antonello Giannelli ha calcolato che il 10 gennaio ne potrebbero mancare 100mila su oltre un milione. E nemmeno gli studenti: alcune stime indicano che potrebbero essere circa 300mila gli allievi positivi al Covid.
Lo stesso leader del primo sindacato dei presidi ha detto che “in queste ore, il numero di studenti positivi, in alcune scuole, ha raggiunto l’ordine delle decine e addirittura centinaia e questo rende quasi impossibile attuare le procedure previste”: il problema, secondo Giannelli, è che purtroppo risulta “improbabile che il sistema sanitario, nonostante il supporto delle farmacie nell’esecuzione dei tamponi per gli studenti della scuola secondaria, possa smaltire tempestivamente l’enorme carico di lavoro”.
Le parole del presidente nazionale Anp, assieme alle richieste di 2.500 presidi, le preoccupazioni degli altri sindacati, e le polemiche sollevate dai governatori, hanno messo il Governo alle strette.
E anche il commissario all’Emergenza Francesco Paolo Figliuolo, che ha firmato un documento, nel quale indica la “chiara necessità di disporre ulteriori strategie operative finalizzate a massimizzare le attività di tracciamento e testing dei contatti in ambito scolastico”.
A differenza di fine novembre, quando prese un preciso impegno con Palazzo Chigi, stavolta il generale non dice che verrà coinvolto l’Esercito italiano: evidentemente, distanza di 40 giorni, Figliuolo si è reso conto che quel progetto, mai decollato per ammissione dello stesso commissario straordinario, era di difficile realizzazione.
Figliuolo prospetta, come risposta ai casi Covid a scuola che dovessero presentarsi nelle prossime settimane, un “maggior coinvolgimento attivo delle risorse sanitarie già presenti sul territorio come i pediatri di libera scelta e i medici di medicina generale a supporto delle attività dei dipartimenti di Igiene e Sanità pubblica” delle Asl.
E spiega che “l’impiego di queste risorse” potrà “contribuire a preservare quanto più possibile le attività didattiche in presenza”.
Il commissario anticipa cosa dovrebbe accadere nei prossimi giorni in caso di positività al Covid in classe: la famiglia dell’alunno che frequenta medie e superiori, dopo essere stata informata del contatto, “provvede a contattare immediatamente” il pediatra o il medico di base che “ove ritenuto necessario, procederà ad effettuare autonomamente il tampone ovvero a rilasciare idonea prescrizione medica” per effettuare “il test gratuito presso una farmacia” o altra struttura coinvolta nel protocollo d’intesa.
Infine, il generale Figliuolo ha spiegato che se lo studente frequenta “ordini di scuola differenti, si “reca, con la comunicazione che gli è stata inoltrata, presso uno dei siti specificamente individuati dall’Asl di riferimento, ovvero presso il pediatra di libera scelta/medico di medicina generale”.
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