Il rientro scuola ha cambiato volto ancora una volta. Come ha riferito il direttore Alessandro Giuliani, le scuole in zona gialla e arancione non rientreranno tutte al 100%. Su spinta delle regioni, gli intenti del Governo Draghi dichiarati nell’ultima conferenza stampa del Presidente del Consiglio sono stati messi in discussione.
Rispetto alle scuole superiori, si legge nella bozza del decreto: “Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, affinché, nella zona rossa, sia garantita l’attività didattica in presenza ad almeno il 50 per cento, e, fino a un massimo del 75 per cento, della popolazione studentesca, e, nelle zone gialla e arancione, ad almeno il 60 per cento e fino al 100 per cento della popolazione studentesca. La restante parte della popolazione studentesca delle predette istituzioni scolastiche si avvale della didattica a distanza”.
Ecco come avverrà il rientro in classe dal 26 aprile fino alla conclusione dell’anno scolastico 2020-2021.
Lo svolgimento dei servizi educativi per l’infanzia, dell’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado avverrà in presenza.
Le attività scolastiche e didattiche della scuola secondaria di secondo grado avverranno in presenza almeno per il 60% della popolazione studentesca e fino al 100%.
“Le disposizioni non possono essere derogate da provvedimenti dei Presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano e dei Sindaci”, si legge ancora nella bozza del decreto Covid.
Lo svolgimento dei servizi educativi per l’infanzia, dell’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado avverrà in presenza.
Le attività scolastiche e didattiche della scuola secondaria di secondo grado avverranno in presenza tra il 50% e il 75%. Il resto delle attività in DaD.
“Le disposizioni non possono essere derogate da provvedimenti dei Presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano e dei Sindaci”.
La deroga alla scuola in presenza “è consentita solo in casi di eccezionale e straordinaria necessità dovuta alla presenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica. I provvedimenti di deroga sono motivatamente adottati sentite le competenti autorità sanitarie e nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità, anche con riferimento alla possibilità di limitarne l’applicazione a specifiche aree del territorio”, spiega la bozza.
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