Per il rientro a scuola la Commissione Infanzia del Ministero con D.lgs. 65/2017 ha progettato il cosiddetto Sistema integrato Zero-sei, il modello degli orientamenti pedagogici basato sui LEAD, i LEGAMI EDUCATIVI A DISTANZA, per un modo diverso di fare nido e scuola dell’infanzia, che ripristini il contatto, specie quello emotivo, tra la scuola e i suoi allievi più piccini, per compensare il brusco arresto dell’anno scolastico appena passato e per prevenirne di nuovi o, per lo meno, per arrivare emotivamente e organizzativamente preparati ai nuovi eventuali arresti della didattica in presenza e di tutto ciò che la caratterizza: accoglienza, gioco, conquiste, relazioni significative con adulti e pari, conversazioni, negoziazione dei significati, conflitti cognitivi, mediazione tra desideri e realtà, ricerca di soluzioni nuove, riconoscimento di limiti e regole, sperimentazione di piccole frustrazioni e di successi .
Finalità del documento ministeriale
La finalità del documento, si legge nel pdf ministeriale per il rientro a scuola, è quella di stimolare gli operatori a riscoprire, anche in questa fase difficile, il “senso” del lavoro educativo in team, per la cura e l’educazione dei bambini, valorizzando le buone pratiche che si stanno diffondendo in molte realtà del nostro Paese.
Trovare il senso del lavoro educativo nella didattica a distanza sembra un ossimoro, eppure va fatto, è possibile e doveroso laddove se ne presentasse la necessità. Se è vero che la relazione a distanza è puramente virtuale e non consente il contatto fisico, è anche vero che restano il contatto visivo e uditivo da sperimentare e su cui costruire esperienza didattica e pedagogica. Ed è meglio di niente, decisamente meglio del silenzio e meglio del totale isolamento.
Il patto educativo scuola-famiglia rinsaldato
Cosa cambia prima di tutto nella scuola della DAD? Il patto educativo tra genitori e insegnanti che entrano in relazione molto più di prima e molto più intimamente. Si mostrano nelle proprie stanze, nei loro salotti o davanti alle loro librerie, mentre intervallano la lezione (il docente) o l’aiuto che danno al figlio con una battuta in famiglia, per definire il pranzo o la cena. I LEAD e la DAD portano a scuola i vissuti di alunni, genitori, bambini.
Ecco cosa sottolinea il documento ministeriale: Con le videochiamate le insegnanti entrano nelle case dei bambini, vedono frammenti di luoghi e atmosfere, intessono relazioni con chi nella casa abita, colgono alcune pratiche genitoriali di cura, di relazione, di promozione dell’autonomia dei bambini. Al tempo stesso le educatrici sono osservate dai genitori nella relazione che instaurano con il loro bambino e con i bambini in gruppo. I LEAD richiedono necessariamente la mediazione dei genitori, i quali – ancor più che nella scuola in presenza – assumono un ruolo attivo di partner educativi, a partire dalla progettazione del momento dell’incontro. Alle insegnanti, professioniste dell’educazione, vengono richieste sensibilità e apertura al dialogo e al confronto, ai genitori vengono richiesti rispetto dei ruoli e collaborazione attiva.
Le conclusioni
Quali conseguenze pedagogico-didattiche trarre da questo nuovo modo invasivo e in parte invadente di fare scuola?
L’educatore, dalla grande opportunità di conoscere il contesto educativo in cui vive il proprio alunno, deve cogliere il massimo di informazioni utili a progettare o riprogettare la relazione con quell’alunno, ma allo stesso tempo deve farlo con il massimo rispetto per quel nucleo familiare, entrando “in punta di piedi”, si legge nel documento stesso, concordando eventualmente i momenti migliori per fare scuola, anche in relazione alle esigenze di smart working dei genitori.
In sintesi: la didattica a distanza ci offre la possibilità di rinsaldare il patto educativo scuola-famiglia, è una grande opportunità, un beneficio da riportare in classe non appena possibile, quando la scuola sarà di nuovo e completamente una scuola in presenza.
Scarica il pdf ministeriale al link.