L’ex ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha affidato ai suoi canali social delle considerazioni sul caos del rientro in classe entro il 10 gennaio per tutti gli studenti e le studentesse d’Italia e la conseguente questione della DaD.
La deputata ha così dichiarato: “Un dibattito sterile quello sulla Dad per gli studenti non vaccinati. Questa cosa, semplicemente, NON si può fare. La scuola non può sapere chi è vaccinato o chi non, in assenza di una norma che prescriva l’obbligo vaccinale per studentesse e studenti. O, meglio, non ha proprio il diritto di saperlo. Pena anche la violazione della privacy di ciascuno. Lo hanno ricordato più volte i dirigenti scolastici negli ultimi giorni. Quindi, invece di perdere tempo su una ipotesi palesemente discriminatoria, a 4 giorni dal rientro in classe sarebbe il caso di dare risposte sulla fornitura delle mascherine Ffp2 per tutti e sul ripristino del metro di distanza in classe”.
La cosa è già così da prima delle vacanze natalizie, come disposto dal documento interministeriale, trasmesso il 3 novembre scorso, Indicazioni per l’individuazione e la gestione dei contatti di casi di infezione da SARS-CoV-2 in ambito scolastico.
Tale documento rappresenta tuttora il riferimento per la sorveglianza con testing da attivare nelle scuole in caso di riscontrata positività di uno studente o del personale.
Sono tutte considerazioni che verranno affrontate mercoledì prossimo, 5 gennaio, durante il Consiglio dei ministri, che all’ordine del giorno avrà proprio le regole per la ripresa delle lezioni.
A pesare non poco sarà certamente la posizione dell’entourage del premier Mario Draghi, fautore di un incremento, assieme alle vaccinazioni, anche dei tamponi e del tracciamento. Solo che tra le decisioni e la realtà potrebbe esserci ancora troppa distanza.
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