Sono poco meno di mille di dirigenti scolastici di tutta Italia che hanno partecipato ad un sondaggio promosso dall’ANDIS (Associazione nazionale dei dirigenti scolastici) finalizzato ad esplorare il pensiero dei dirigenti in materia di riapertura delle scuole.
Dalle risposte pervenute risulta che solo il 58% dei ds è d’accordo sulla riapertura, mentre il 36% è contrario e il 6% non prende posizione.
Il 68% dei ds si dichiara favorevole alla ripresa della frequenza delle scuole dell’infanzia probabilmente ritenendo basso il rischio di contagi. La percentuale arriva persino al 72% se si parla delle scuole primarie.
Maggiore cautela viene invece espressa sulla scuola secondaria: a favore di una apertura generalizzata è il 53% per la secondaria di primo grado e solamente l’11% per quella di secondo grado.
“Alla domanda relativa agli interventi necessari per riprendere in presenza e in sicurezza le attività didattiche – spiega l’Andis – la metà dei rispondenti concorda con gli interventi proposti dal sondaggio: tamponi periodici agli alunni, tamponi periodici obbligatori a tutto il personale della scuola, nuove modalità di tracciamento in raccordo con i Dipartimenti di prevenzione, disponibilità di presidi medico-sanitari a scuola, riduzione alunni per classe, assunzioni di docenti a t.d. e installazione di impianti di depurazione dell’aria. Solo il 15% segnala la necessità di reperire altri locali/edifici da enti o privati. Si tratta di proposte largamente condivise che il Ministero dell’Istruzione e il Governo dovrebbero prendere in seria considerazione”.
Alcune domande erano finalizzate ad avere dati sulla diffusione del contagio nelle scuole.
Secondo il 70% degli intervistati i focolai accertati nelle scuole sarebbero rari e sempre il 70% dei ds afferma la trasmissione del contagio da alunno a docente si sarebbe registrata solo in rari casi.
Quanto all’entità delle conseguenze negative della didattica a distanza su bambini e ragazzi, l’80% dei ds ha segnalato l’insorgere di comportamenti di disagio (solitudine, noia, insonnia, depressione), il 38% difficoltà di concentrazione e problemi di attenzione, il 32% indica ritardi nell’ apprendimento che potranno avere effetti negativi sul prosieguo degli studi, il 18% la mancata acquisizione di conoscenze/competenze.
La maggior parte degli intervistati ritiene insomma che le problematiche derivate dalla prolungata sospensione delle attività in presenza afferiscano soprattutto alla sfera socio-affettiva.
“Il 76% dei rispondenti – conclude l’Andis – propone un piano di “recupero” della socialità e della relazione da realizzare nella prossima estate con attività educative, sportive, ricreative affidate al terzo settore. Il dato concorda con la proposta che Bianchi ha presentato alle Regioni di attività finalizzate alla socializzazione e agli aspetti ricreativi da svolgere nei mesi di luglio e agosto”.
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