Home Attualità Rientro a scuola, è quasi panico e mancano ormai 11 giorni

Rientro a scuola, è quasi panico e mancano ormai 11 giorni

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Spiace dirlo, perché in questo momento bisognerebbe diffondere messaggi rassicuranti e positivi, ma purtroppo mano a mano che passano i giorni la situazione si sta manifestando in tutta la sua gravità: a metà settembre è previsto il rientro a scuola nella maggior parte delle Regioni ma con poche, pochissime certezze.
Spiace dirlo anche perché, per la verità, in questi mesi, settimana dopo settimana e mese dopo mese, la Ministra è riuscita persino nella non facile impresa di convincere i rigorosissimi tecnici del MEF che la scuola aveva bisogno di attenzione e soprattutto di soldi.
Ciononostante i segnali che arrivano dalle fonti ufficiali non servono molto a tranquillizzare.

Intanto c’è il discusso verbale del CTS di cui già abbiamo dato notizia che consentirà di fatto la ripresa delle lezioni anche senza adeguato distanziamento ma purché si faccia ricorso a  mascherine e ad altre norme di igiene personale (lavaggio frequente delle mani, uso del gel, ecc…). E ovviamente sono in tanti a farsi una semplice domanda: ma, se mascherine e altro bastano per garantire il rientro a scuola, per quale motivo le scuole sono state chiuse per mesi?
Non si poteva, fin da subito, adottare questa misura?

C’è poi la vicenda dei nuovi banchi e degli arredi che fino a pochi giorni fa parevano la conditio sine qua non per riaprire e che invece adesso si sta ridimensionando: il Commissario ha detto che le aziende fornitrici avranno tempo fino a fine ottobre, ma già si intuisce che probabilmente si andrà anche oltre quel termine. E allora davvero non si comprende perché investire una somma importante (un miliardo di euro circa) per un acquisto che, almeno per il momento, non risulta indispensabile.

Molte Regioni, per parte loro, sono in fibrillazione perché non sono affatto soddisfatte di come sono stati ripartiti e assegnati gli organici aggiuntivi di docenti e Ata e persino i sindacati adombrano il sospetto che in qualche regione i dirigenti abbiano largheggiato un po’ troppo con le richieste.

Con il cosiddetto “decreto agosto” sono state assegnate nuove risorse destinate ai Comuni anche per facilitare l’acquisizione di ulteriori spazi: nei giorni scorsi l’Anci aveva parlato (forse improvvidamente) della possibilità di affittare persino hotel, B&B e appartamenti singoli, come se, edifici del genere possano essere adattati a locali scolastici nel giro di pochi giorni.

Nel frattempo, dopo la plateale manifestazione svoltasi a Firenze dove l’attrice Monica Guerritore e la stessa ministra Azzolina avevano annunciato che i locali del Teatro La Pergola ospiteranno studenti della città, non ci sono state notizie di altre iniziative analoghe, segno che l’idea avanzata già da mesi dalla viceministra Anna Ascani (PD) e dall’ex presidente della Commissione Cultura della Camera Luigi Gallo (M5S) è stata ormai definitivamente accantonata.

Intanto cresce la preoccupazione degli assessori regionali ai trasporti dai quali arrivano altri segnali allarmanti: l’assessore toscano, per esempio, scrive all’USR e ai dirigenti chiedendo di formulare proposte e di trovare soluzioni arrivando anche a suggerire di allestire spazi scolastici dove gli studenti possano “parcheggiare” le proprie biciclette.
E finalmente è chiaro che quello dei trasporti è uno dei nodi fondamentali da risolvere prima dell’avvio dell’anno scolastico e che troppo tempo si è perso senza occuparsene seriamente.

L’impressione, insomma, è che ai diversi livelli decisionali si stia diffondendo se non il panico certamente la consapevolezza che ormai non c’è più tempo da perdere perché a settembre mancano esattamente 11 giorni lavorativi, 11 giorni in cui sarà davvero difficile risolvere problemi che non sono stati affrontati seriamente nei 6 mesi precedenti.