La sottosegretaria all’istruzione Barbara Floridia oggi ad Agorà su Rai3:
“Siamo fieri di essere la forza politica che esprime da più tempo la necessità di tenere le scuole aperte, ferme restando le misure di prevenzione e di contrasto ai contagi”. Insomma anche la sottosegretaria supporta la posizione del presidente del Consiglio Draghi, espressa in conferenza stampa: “Ai ragazzi si chiede di stare in DaD mentre poi vanno in pizzeria o in palestra tutto il pomeriggio – ha polemizzato il Presidente -. Non ha senso chiudere la scuola prima di aver chiuso tutto il resto. E poiché non abbiamo intenzione di chiudere tutto, non chiuderemo neanche la scuola. Probabilmente ci sarà un aumento delle classi che andranno in DaD ma respingiamo un ricorso generalizzato alla didattica a distanza”.
Le ragioni della Floridia chiamano in causa anche il precedente Governo Conte, segno che sul tema della priorità alla scuola in presenza le nuove direttive e le vecchie non si distinguono di molto: “Abbiamo lavorato tantissimo per questo con il Governo Conte II – precisa la sottosegretaria Floridia – e proseguiamo adesso che la situazione resta complessa ma è certamente migliore di allora. Siamo lieti che anche le altre forze politiche ci abbiano seguito, perché la scuola è un servizio essenziale e il principale presidio democratico che abbiamo sul territorio”.
Ma la situazione reale del Paese è comunque drammatica. Come segnala la Fondazione Gimbe, si sta andando verso la chiusura delle scuole, alla pari di altre strutture pubbliche. Ne parla anche il nostro direttore Alessandro Giuliani. E se n’è discusso, con attenzione al tema del disagio psicologico legato alla didattica a distanza e in generale alla pandemia, anche nel recente appuntamento della Tecnica della Scuola Live, dove si è fatto notare che le aule restano quelle di sempre, con l’affollamento di sempre e con la possibilità di aerazione legata alla semplice apertura delle finestre in classe.
Insomma, le scuole che non vanno in DaD in modo generalizzato ci vanno comunque per via dei contagi e qualche volta anche a prescindere da essi, con provvedimenti locali che segnano una decisa frattura rispetto a quelli nazionali: è il caso della Regione Sicilia, ad esempio, sempre più problematico di giorno in giorno.
La riapertura delle scuole in Sicilia è una vicenda che continua tenere banco. Stamattina 13 gennaio avevamo già riferito delle prime rimostranze dei genitori ed è di questo pomeriggio l’ultima novità: il Tar dà ragione ai genitori, com’era immaginabile, dato che le disposizioni del Governo autorizzano gli amministratori locali a disporre la DaD solo in zona rossa e in presenza di focolai particolarmente preoccupanti.
Come abbiamo scritto, il Tar di Catania ha accolto l’istanza del comitato “Scuola in presenza” sospendendo l’efficacia dell’ordinanza del sindaco di Messina Cateno De Luca con la quale aveva sospeso fino al 23 gennaio la didattica in presenza nelle scuole di tutto il territorio.
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