La norma del rientro a scuola, anche per le scuole secondarie di II grado, sull’intero territorio nazionale, viene calibrata in due fasi.
La Conferenza unificata Stato, Regioni, Province autonome e città metropolitane convocata dal ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, ha decretato un rientro a scuola, a partire dal 7 gennaio e fino al 15 dello stesso mese, per il 50% degli studenti delle scuole secondarie di II grado. L’altro 50% degli alunni frequentanti licei, Istituti Tecnici o Professionali, seguiranno le lezioni da casa con la metodologia della Didattica Digitale Integrata. Tutti gli altri ordini di scuola ripartiranno con il 100% degli studenti in presenza.
Prima dell’avvio delle vacanze natalizie, appena trovata l’intesa tra Governo e la conferenza unificata convocata dal Ministro Boccia, la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ne fu particolarmente entusiasta, tanto da dichiarare che il rientro a scuola il 7 gennaio non è soltanto, come dice il Premier Conte, “un’ancora di sicurezza” ma soprattutto è “un’ancora di salvezza”.
Dopo il 15 gennaio le previsioni sono, ma per averne l’ufficialità dovremmo attendere un ulteriore DPCM, quelle di aumentare la presenza a scuola degli studenti al 75% lasciando a casa a seguire in DDI, secondo turni organizzati dalle singole scuole, il 25% degli studenti. Questa seconda fase tenderebbe a fare rientrare tutti gli studenti in presenza gradualmente, l’ambizione sarebbe di un rientro generalizzato del 100% degli studenti in presenza.
I piani di rientro sono stati organizzati dalle Prefetture che hanno coinvolto gli uffici scolastici Regionali e Territoriali, escludento da questi tavoli i Sindacati e i Dirigenti scolastici.
Questi piani dovrebbero risolvere i problemi del trasporto, degli assembramenti fuori dalle scuole, dei tracciamenti dei soggetti rilevati positivi, degli orari scaglionati di entrata e uscita da scuola e di tutto quello che comporta la sicurezza di un regolare rientro a scuola.
Sono in tanti, nonostante il piano di vaccinazione sia già partito anche in Italia, a pensare che questo rientro a scuola possa essere motivo di una netta risalita del numero dei contagi, dei ricoveri in terapia intensiva e dei morti.
In questa riapertura delle scuole c’è chi ci vede improvvisazione e rischi elevati anche di ostacolare il piano di vaccinazione che sta partendo in questi giorni.
Tra le principali perplessità c’è quella della mancata vaccinazione degli operatori scolastici già da fare partire in gennaio. Dirigenti scolastici, Docenti, personale ATA dovranno aspettare maggio o addirittura giugno prima di essere vaccinati, quindi il rischio di un contagio a scuola resta molto alto.
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