Attualità

Rientro a scuola, in Sicilia e Campania banchi nuovi per 2 alunni su 3. In Veneto ‘moduli’ prefabbricati

L’organizzazione per il rientro a scuola in presenza e in sicurezza si sta realizzando con modalità molto diverse da regione a regione, probabilmente anche da istituto a istituto. Vi sono delle zone del Paese, come il Veneto, dove, ad esempio, ci si sta muovendo in questi giorni per creare strutture scolastiche aggiuntive, anche sotto forma di prefabbricati. In altre regioni, come la Sicilia e la Campania, invece, presidi ed enti locali hanno risposto ai protocolli d’azione e alla necessità di distanziare gli alunni di almeno un metro, puntando principalmente sull’acquisito di banchi monoposto.

Le percentuali sui banchi monoposto

I dati percentuali sulle richieste di banchi monoposto rispetto al totale degli studenti sono state rese pubbliche, il 19 agosto, dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, nel corso della riunione sulla distribuzione dei nuovi banchi, alla presenza della ministra Lucia Azzolina e dei sindacati.

Ebbene, in Campania, rispetto al totale della popolazione studentesca, è stato chiesto di acquistare il 61% dei banchi dalle scuole, ben otto volte di più che in valle d’Aosta e quattro volte di più che in Veneto e in Emilia Romagna in una situazione in cui l’ampiezza del pandemia sono stati inferiori. In Sicilia il rapporto banchi-studenti è stato addirittura del 69%.

Le regioni che ne hanno chiesti meno

In altre regioni, dove evidentemente le aule sono più grandi e il numero di alunni è mediamente ridotto, la richiesta è stata molto più bassa: in Valle d’Aosta sono stati richiesti l’8 per cento dei banchi dalle scuole rispetto al totale degli studenti, in Trentino il 12%, in Veneto è del 15%; in Emilia Romagna è stato richiesto il 16%.

Complessivamente, in italia è stato in media richiesto il 29% di banchi monoposto rispetto al totale della popolazione studentesca ma il dato è molto differente.

Il gap sulle richieste, tuttavia, non è solo dovuto alle aule scolastiche evidentemente più capienti in certe regioni piuttosto che in altre.

In Veneto già interviene la Protezione Civile

Ci sono delle zone dove si è pensato di agire diversamente: in Veneto, come già detto, si è deciso di attrezzare le scuole per la ripresa delle lezioni a settembre anche con ‘moduli’ prefabbricati, così da ampliare il numero di aule e ridurre la possibilità di contatto tra studenti.

La Direzione scolastica regionale ha richiesto sei unità, più una eventuale settima, che saranno messe a disposizione dalla Protezione civile nazionale o, in subordine, dagli Enti locali titolari degli istituti grazie ai fondi del Dl Agosto.

Un caso particolare, a Venezia, sarà realizzando al Liceo Foscarini dove la chiesa sconsacrata al suo interno verrà temporaneamente ‘frazionata’ e riscaldata.

“Si tratta – spiega la direttrice dell’Ufficio regionale scolastico, Carmela Palumbo – di quelle ‘casette’ già utilizzate durante i recenti terremoti in Centro Italia in sostituzione delle scuole all’epoca inagibili”.

“Ma altre soluzioni – aggiunge – le stanno trovando gli stessi istituti, con gazebo, per disciplinare l’afflusso a scuola o ad uso della ricreazione”.

Per il Cts l’unica arma è il distanziamento

L’obiettivo di “garantire quanto prima in tutte le scuole il necessario distanziamento interpersonale” è stato ribadito, intanto, pure nella riunione del Comitato tecnico scientifico del 19 agosto: il Cts ha confermato, in merito il parere espresso lo scorso 12 agosto, che “la ripartenza di tutte le scuole il prossimo 14 settembre rappresenta una priorità assoluta per il Paese”.

E nella riunione odierna del Cts, in merito alla scuola, ha detto che “tutti gli interlocutori coinvolti stanno mettendo le loro competenze al servizio di questo obiettivo, lavorando per l’identificazione di spazi che possano utilmente complementare quelli esistenti, per l’acquisizione dei banchi (che arriveranno a partire dall’8 settembre e la cui distribuzione sarà completata nel mese di ottobre sull’intero territorio nazionale), per identificare percorsi che disciplinino le entrate e le uscite degli studenti, nonché i movimenti all’interno degli istituti, in maniera da evitare assembramenti”.

Alessandro Giuliani

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