L’11 maggio nelle scuole della Svizzera è suonata nuovamente la campanella, dopo una sospensione delle lezioni in presenza, decisa dal Governo Federale, durata circa 2 mesi (dal 16 di marzo).
Una ripresa che però segue delle regole diverse, legate alla straordinarietà del momento, a causa del perdurare dell’emergenza COVID-19.
Abbiamo parlato con N., mamma di quattro figli, che dalla provincia di Torino si è trasferita in Svizzera da alcuni anni; e ci ha raccontato come ha ripreso la scuola sua figlia G., che frequenta la classe quarta della scuola primaria presso un istituto di Lugano.
Innanzitutto, la classe di 22 bambini è stata divisa in gruppi più piccoli. In particolare, un gruppo di 7 ha deciso di continuare con la didattica a distanza, già attivata durante il periodo di sospensione delle lezioni in presenza. I restanti 15 alunni sono stati suddivisi in 2 gruppi: 8 seguono le lezioni in presenza il lunedì e martedì, mentre i restanti 7 seguono da casa. Il giovedì e venerdì i due gruppi si scambiano, e quelli che erano rimasti a casa i primi due giorni della settimana andranno a scuola.
Il mercoledì nessuno va a scuola e quel giorno viene utilizzato per la didattica online, per recuperi o approfondimenti. Il mercoledì comunque già normalmente in Svizzera è la cosiddetta “giornata corta”, quindi i bambini stanno a scuola solo il mattino.
Se però una famiglia non può permettersi di seguire i bambini a casa, perché ad esempio entrambi i genitori lavorano, la scuola si è messa a disposizione e ha inserito i bambini interessati in entrambi i gruppi, in modo da garantire la presenza a scuola, volendo anche il mercoledì.
I genitori devono sempre restare fuori dall’edificio scolastico. I bambini sono accolti all’ingresso dal Direttore e da un docente, dotati di mascherine e guanti. Nell’atrio sono presenti diverse postazioni con il disinfettante per le mani (come nel resto della scuola).
I bambini non devono indossare necessariamente mascherina, sempre obbligatoria invece per il personale.
Non è prevista la misurazione della temperatura corporea.
Nelle classi i banchi a gruppi di due sono occupati da un solo bambino.
La maestra fa lezione in classe dietro la cattedra, protetta da un pannello di plexiglass e per questo può non utilizzare la mascherina. In questo modo le è più facile spiegare in tutta sicurezza e farsi sentire dai bambini seduti nei banchi più lontani.
Per il gruppo di bambini che deve seguire la lezione online, sono previsti 3 o 4 appuntamenti al giorno di circa 50 minuti. L’insegnante si collega con il computer che ha in classe alla lavagna didattica che consente anche un’interazione con i compagni. Quindi, i bambini non sono costretti a stare davanti ad un monitor per troppe ore, ma si collegano ad orari prefissati, decisi e comunicati dal docente.
Nella mensa prima era previsto il self-service, invece ora c’è un addetto che prepara i piatti e i bambini dopo vanno a sedersi.
Ai tavoli, non si siedono uno accanto all’altro, ma ad esempio in un tavolo da 6 siedono in 2, a distanza.
Anche a mensa sono previste postazioni con i disinfettanti.
Sono previsti anche momenti di attività motoria in palestra o giardino, ovviamente opportunamente distanziati e senza utilizzo degli spogliatoi e attrezzi.
I genitori aspettano fuori, rispettando il distanziamento fisico, lo stesso che devono garantire sempre anche i bambini e il personale. I bambini vengono accompagnati all’ingresso ed escono uno ad uno. Non possono fermarsi nel cortile della scuola, ma devono subito allontanarsi con i genitori.
Sin dall’inizio della pandemia, le famiglie sono state opportunamente informate sia delle modalità di attivazione della didattica mista, sia relativamente ai comportamenti da tenere in caso di sospetto COVID o di contatti con positivi.
I bambini, ai quali per due mesi è stato tolto un pezzo importantissimo della loro vita, hanno accolto con gioia il rientro a scuola, il poter rivedere i compagni e gli insegnanti.
Al momento, l’esperienza vissuta da G. e dai suoi compagni, in questa prima settimana di rientro a scuola, è stata più che positiva. E anche le misure di protezione previste sono state vissute con naturalezza e senza particolari problematiche.
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