Riapertura il 7 gennaio? Si, no, forse. La decisione, arrivata al termine di un consiglio dei ministri teso, di rimandare all’11 gennaio il rientro per le sole scuole superiori, divide e non poco.
Sui social, nella mattinata, si sono scatenati commenti e reazioni da parte degli utenti che, rappresentano anche la categoria di docenti e genitori.
Il pensiero più comune è quello che in 4 giorni (dal 7 all’11 gennaio) non possa cambiare pressoché nulla e che quindi lo spostamento, sarebbe dovuto essere più consistente. C’è chi sottolinea che il rientro a scuola comporta vari rischi, ad esempio il fatto che i ragazzi provengano da diversi luoghi e possono essere stati a contatto con dei contagiati.
Alcuni sottolineano la grande confusione che si sta generando con continui spostamenti di ritorno in classe e di percentuali di alunni in presenza, addossando tutto a ministri e politici che hanno in mano il destino della scuola, ma che con litigi e prese di posizione vengono accusati di favorire un governo dell’improvvisazione.
Chi si era organizzato per il rientro, lamenta il fatto che adesso dovrà rivedere i piani in 24 ore, ma si solleva anche il problema dei trasporti, secondo molti non ancora pronti per affrontare il rientro.
Poche le voci favorevoli allo slittamento, qualcuno approva qualche giorno in più per verificare l’indice Rt e stabilire il colore delle Regioni.
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